
Don Bosco, un quartiere sotto assedio: nuova rissa e tre arresti

Nel quartiere Don Bosco di Roma si è consumato un altro grave episodio di violenza urbana, che ha visto protagonisti alcuni frequentatori di un bar in via Ponzio Comino. Una discussione nata all’interno del locale è degenerata, sfociando in una rissa in strada con il lancio di bottiglie e vetri rotti. L’intervento tempestivo della polizia ha permesso di arrestare tre persone, tra cui una coppia di cittadini cinesi e un quarantenne cubano, accusati di rissa aggravata.
Un quartiere in difficoltà
L’area di Don Bosco, nota per le difficoltà legate alla gestione di alcuni immobili di edilizia popolare, è teatro da tempo di episodi di tensione sociale e degrado. Molti appartamenti risultano occupati abusivamente, alimentando il disagio dei residenti. “Non si rispettano le regole, viviamo nel caos”, denuncia ai cronisti un’abitante della zona, esasperata dalla situazione. La rissa avvenuta in via Ponzio Comino si inserisce in una serie di episodi simili, che contribuiscono ad alimentare un clima di insicurezza.
Preoccupazioni e legami con altri episodi
Secondo alcuni testimoni, i protagonisti di questo ultimo episodio sarebbero collegati a una maxirissa avvenuta poco più di un mese fa in via Flavio Stilicone, dove bande rivali di cittadini sudamericani e asiatici si erano affrontate armati di spranghe e bottiglie. L’episodio aveva già scosso profondamente il quartiere, portando i residenti a chiedere maggiore presenza delle forze dell’ordine. Anche in quell’occasione, i contrasti sembravano legati a questioni di controllo del territorio e rivalità tra gruppi.
Il grido di allarme dei cittadini
Tra degrado e violenza, i residenti chiedono un intervento deciso per riportare sicurezza nella zona. La presenza di occupazioni abusive è uno dei temi più sentiti. “È impossibile vivere così, il quartiere è fuori controllo”, commentano gli abitanti, esasperati da situazioni che sembrano ripetersi senza una soluzione concreta. La polizia continua a monitorare l’area, ma le tensioni restano alte, e l’urgenza di interventi strutturali è sempre più evidente.