
Maestra condannata a due anni per maltrattamenti sui bambini

Un caso di maltrattamenti all’asilo nido si è concluso con una sentenza di condanna a due anni di reclusione per un’educatrice dell’Infernetto, a Roma. La donna, 46 anni, è stata ritenuta colpevole di aver aggredito verbalmente e fisicamente bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, che frequentavano l’istituto “Il castello di piccole scintille”. La sentenza è arrivata ieri presso il tribunale di piazzale Clodio, dopo un processo segnato da testimonianze accorate e dettagli inquietanti.
Secondo il capo d’imputazione, la maestra avrebbe “spintonato e strattonato” i piccoli, tirando loro le orecchie e gridando frasi umilianti come “monelli” e “dovete andare a scuola”. Alcuni bambini, secondo le testimonianze, hanno manifestato disagio e paura al solo pensiero di tornare in classe. Nonostante la procura avesse chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove, il giudice ha riconosciuto la responsabilità dell’imputata, aggravata dal fatto che le vittime fossero minori.
L’allarme era scattato grazie alla segnalazione di alcuni genitori, che avevano notato comportamenti insoliti nei figli. Una madre ha riferito che suo figlio era stato strattonato per il braccio perché si era rifiutato di uscire dalla classe. Un’altra madre ha raccontato di aver ricevuto messaggi vocali su WhatsApp in cui la maestra insultava i bambini, suscitando indignazione tra i genitori. La vicenda si è ulteriormente aggravata con il racconto di episodi di abusi verbali e fisici ripetuti nel tempo.
Questo caso, purtroppo, non è isolato. Episodi simili si sono verificati in altri istituti scolastici, evidenziando una falla nel sistema di controllo e prevenzione. Nel luglio scorso, altre due maestre di un asilo di Roma erano state denunciate per atteggiamenti violenti. La condanna odierna non solo chiude un capitolo doloroso per le famiglie coinvolte, ma solleva interrogativi sulla necessità di procedure più rigide per tutelare i bambini nei luoghi destinati alla loro crescita e sicurezza.