
Troppe risse ed episodi violenti: sigilli al Piper Club per dieci giorni

Il celebre Piper Club di via Tagliamento, simbolo della movida romana e punto di riferimento della scena musicale a partire dagli anni ’60, è stato chiuso per dieci giorni su disposizione del Questore di Roma, Roberto Massucci. Alla base della decisione, una serie di episodi che hanno compromesso la sicurezza pubblica: risse, aggressioni, sovraffollamento e la presenza di personale non in regola.
Secondo quanto riportato, l’intervento delle forze dell’ordine è stato reso necessario dopo che, da gennaio a oggi, sono stati segnalati numerosi disordini, culminati in episodi violenti e pericolosi. Tra i casi più gravi, si evidenziano l’utilizzo di armi bianche da parte di alcuni avventori e un’aggressione avvenuta fuori dal locale che ha coinvolto una minorenne in evidente stato di ubriachezza. A questi si aggiunge una serie di denunce presentate dai residenti, esasperati dal caos notturno e dai continui assembramenti in strada che ostacolavano anche la circolazione.
Il provvedimento del Questore, basato sull’articolo 100 del Tulps, comporta la sospensione temporanea dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, oltre che alle attività di intrattenimento musicale. Le irregolarità riscontrate dalla polizia sono state numerose, tra cui il superamento della capienza massima del locale, con più di mille persone registrate rispetto alle 390 consentite, e l’omessa vigilanza sull’osservanza delle normative antincendio e sul divieto di fumo.
Non è la prima volta che il Piper Club viene colpito da provvedimenti simili: già nel 2022 era stato chiuso per quattro giorni dopo un’aggressione avvenuta nel locale. I gestori, pur esprimendo contrarietà verso la decisione, hanno garantito il loro impegno per risolvere le criticità e collaborare con le autorità. La chiusura temporanea è stata notificata ieri, e gli addetti identificati come steward sono risultati sprovvisti delle qualifiche necessarie.
Questo ennesimo stop segna un momento di riflessione per il locale storico che, da Patty Pravo a oggi, ha rappresentato un simbolo della cultura musicale capitolina, ma che ora deve fare i conti con l’evoluzione delle esigenze di sicurezza e ordine pubblico.