
Condannati i membri della gang di latinos dedita ai furti

Il giudice di Roma ha emesso sette condanne, variabili tra i due e i quattro anni, per una banda di otto persone di origine cubana e peruviana, accusata di furti e utilizzo indebito di carte di credito. La gang, composta da due “batterie” distinte, era stata arrestata a febbraio scorso in seguito ad un’indagine dei Falchi della Squadra Mobile, coordinata dall’aggiunto Giovanni Conzo. L’indagine ha portato alla luce una serie di furti ai danni di anziani e turisti, realizzati con abili stratagemmi che puntavano sulle distrazioni delle vittime.
Il modus operandi era studiato nei minimi dettagli: i membri della banda si appostavano vicino a hotel e zone turistiche, approfittando dei momenti di salita o discesa dei turisti da pullman o taxi per sottrarre borse e oggetti personali. In alcuni casi, la banda utilizzava cellulari “citofono” per segnalare la posizione della vittima, permettendo così a chi era sul posto di agire rapidamente. Gli anziani venivano spesso colpiti all’uscita di supermercati o nelle aree di parcheggio, dove venivano adocchiati mentre caricavano borse o valigie.
Una volta sottratte le carte di credito, i malviventi non perdevano tempo e si recavano immediatamente a fare acquisti di beni di lusso o prelevare denaro agli sportelli. Tra i colpi messi a segno, vi è stato anche un acquisto in una boutique di Roma, dove uno dei componenti ha speso circa mille euro in occhiali di marca.
La gang ha operato a lungo e in modo coordinato, riuscendo ad accumulare un consistente bottino, frutto di numerosi furti in varie zone della capitale. E proprio a seguito di uno di questi, è partita l’indagine da parte della Squadra Mobile. Una vittima, infatti, ha trovato la forza di denunciare l’accaduto, permettendo agli agenti di mettersi sulle tracce delle due batterie di latinos: un’operazione prolungata nel tempo ma che alla fine ha portato i suoi frutti, con l’arresto dei membri delle due bande. Solo uno degli imputati è stato assolto, mentre gli altri sette hanno ricevuto condanne dai due ai quattro anni di reclusione.