
Caro scuola: famiglie sempre più indebitate per coprire i costi di libri e rette

Il rincaro dei costi scolastici sta colpendo duramente le famiglie italiane, soprattutto nel Lazio, dove i dati più recenti mostrano una crescente tendenza a richiedere prestiti per coprire le spese legate alla formazione dei figli. Dai nidi fino ai master universitari, il peso economico dell’istruzione continua a crescere, costringendo sempre più genitori a fare ricorso a soluzioni finanziarie per far fronte a libri, rette e materiali didattici.
Secondo un report elaborato da Facile.it e Prestiti.it, nei primi otto mesi del 2024, le famiglie italiane hanno chiesto circa 220 milioni di euro in prestiti destinati esclusivamente alle spese scolastiche. Il Lazio si distingue come la seconda regione in Italia, subito dopo la Lombardia, per numero di richieste di prestito legate all’istruzione. Il prestito medio richiesto dalle famiglie laziali è di 6.668 euro, cifra necessaria per affrontare non solo i costi delle scuole secondarie e università, ma anche per sostenere le spese dell’infanzia, comprese quelle per nidi e scuole materne.
La necessità di far ricorso ai prestiti è alimentata dall’aumento dei costi scolastici, che nel 2024 hanno subito un incremento del 4,5% per l’istruzione secondaria rispetto all’anno precedente, mentre per l’università l’aumento registrato è stato dell’1,9%. Questo non solo per le rette e i contributi scolastici, ma anche per l’acquisto di libri, materiale didattico e spese collaterali come trasporti e attività extracurriculari. A livello nazionale, si stima che il costo per l’acquisto dei soli libri di testo sia aumentato di circa il 6%, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie.
Non sorprende che, davanti a questi numeri, molte famiglie scelgano di chiedere aiuto finanziario. I profili dei richiedenti prestito sono diversificati, comprendendo sia giovani studenti universitari che si autofinanziano, sia genitori che devono sostenere l’intero percorso formativo dei figli, dall’infanzia fino all’università. Molti di questi prestiti sono finalizzati a coprire non solo le spese didattiche, ma anche quelle per il vitto e l’alloggio, soprattutto per chi deve trasferirsi in altre città per studiare.
Un altro aspetto da considerare è l’effetto del caro scuola sulla popolazione studentesca. Mentre il governo cerca soluzioni per alleviare la pressione economica attraverso sussidi e agevolazioni, i numeri del report mostrano che l’aiuto statale, sebbene fondamentale, non basta a coprire l’intero fabbisogno. Per molti, infatti, il costo dell’istruzione resta un problema quotidiano, spingendo alcuni a rinunciare a percorsi formativi più lunghi o costosi.
Il tema del caro scuola non riguarda solo i nuclei familiari con redditi bassi, ma anche il ceto medio, che si trova sempre più spesso a dover fare scelte economiche difficili per garantire ai propri figli un’istruzione adeguata. Con l’arrivo dell’anno scolastico 2024-2025, l’attenzione è ora rivolta alle possibili soluzioni per contenere questa emergenza economica, che rischia di compromettere il diritto allo studio per molte famiglie italiane.