
CPR Ponte Galeria: internato si suicida e scatta la rivolta, danni per migliaia di euro

La tragica morte nel Cpr di Ponte Galeria e la rivolta dei migranti, cercano vendetta per un loro “fratello” che a loro avviso si sarebbe suicidato a causa delle drammatiche condizioni psicologiche in cui viveva all’interno della struttura
Una tragedia senza precedenti si è verificata al Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Ponte Galeria, provincia di Roma, scatenando una violenta rivolta tra i migranti ospiti. Il 5 febbraio 2024, un giovane di 22 anni, originario della Guinea, si è tolto la vita nel centro, innescando una serie di eventi sconcertanti.
La scoperta del corpo del giovane ha immediatamente scatenato una reazione a catena tra gli ospiti del Cpr. Quattordici migranti sono stati arrestati dalla polizia in seguito alla violenta rivolta che è esplosa all’interno della struttura. I disordini hanno coinvolto tentativi di sfondare recinzioni di ferro, incendiare una macchina della polizia e lanciare sassi contro le forze dell’ordine.
I manifestanti, desiderosi di fuggire dalla struttura, hanno cercato con veemenza di sfondare porte e grate, portando i carabinieri a rispondere con l’uso di lacrimogeni per riportare l’ordine. Nel corso degli scontri, due carabinieri sono rimasti feriti.
L’indagine della procura di Roma si concentra ora sulla tragica morte del giovane guineano e sulla possibile istigazione al suicidio da parte di altri migranti. Il procuratore Attilio Pisani ha incaricato il medico legale di eseguire l’autopsia sul corpo del defunto, mentre gli investigatori acquisiranno le immagini del sistema di videosorveglianza del centro e il messaggio lasciato dal giovane prima del suicidio.
La morte nel Cpr di Ponte Galeria solleva gravi interrogativi sulla gestione delle strutture di accoglienza per i migranti in Italia e sulla necessità di garantire condizioni umane e dignitose. L’inchiesta in corso cercherà di fare luce su eventuali responsabilità e circostanze che hanno portato a questa tragica catena di eventi, mentre l’attenzione pubblica si concentra sulle condizioni di vita nei centri di detenzione per i migranti.