
Viterbo, manifesto dei giovani del Pd: “Tajani, ci fai schifo”. E’ polemica

La mattina di ieri, mercoledì 3 settembre, in occasione delle celebrazioni per la festa di Santa Rosa, a Viterbo sono comparsi diversi cartelli offensivi rivolti al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. I manifesti, affissi nei pressi della sede dell’amministrazione provinciale e lungo il percorso del tradizionale Trasporto della Macchina di Santa Rosa, riportavano un’immagine del ministro accanto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnata dalla scritta a caratteri bianchi su sfondo nero: “Tajani, ci fai schifo”. In basso compariva il logo dei Giovani Democratici di Viterbo, che hanno successivamente rivendicato l’iniziativa.
La presenza dei cartelli ha suscitato sconcerto tra cittadini e autorità, costringendo le forze dell’ordine a rimuoverli rapidamente. La Digos ha avviato un’indagine per identificare i responsabili e verificare eventuali profili di rilevanza penale, tra cui l’istigazione all’odio e l’oltraggio a pubblico ufficiale.
A rivendicare l’azione è stato il gruppo locale dei Giovani Democratici, che in una nota ha spiegato i motivi del gesto. “Il nostro è un giudizio politico, semplice e sincero, sull’operato del peggior ministro degli Esteri”, hanno scritto, accusando Tajani di sostenere in maniera eccessiva le posizioni di Israele nella crisi mediorientale.
Secondo i promotori, il ministro “professa la sua amicizia con Israele ma non condanna il genocidio in atto a Gaza”, limitandosi a “appelli vacui e generici alla pace”. Un messaggio che ha subito provocato dure reazioni politiche, soprattutto per l’uso di un contesto civico e religioso come quello della festa di Santa Rosa per lanciare attacchi diretti a un rappresentante del governo.
Il coordinamento provinciale di Forza Italia ha condannato con fermezza l’accaduto, definendo i manifesti “vergognosi insulti”. La sottosegretaria all’Economia Sandra Savino ha commentato: “È inaccettabile che il movimento giovanile di un partito che si definisce democratico scelga di scadere nell’odio personale e nella violenza verbale: non è politica, è intolleranza”.
Sulla stessa linea Fulvio Martusciello, capogruppo FI al Parlamento europeo, che ha parlato di “atto che offende la città e la sua tradizione”. Ancora più diretto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Le offese grevi e gravi sono sintomatiche di incapacità di confronto e disonorevoli per la comunità del Partito democratico”.
Anche il Comune di Viterbo ha preso posizione. La sindaca Chiara Frontini ha espresso solidarietà a Tajani, sottolineando che “oggi non era il momento per alzare i toni: serve rispetto istituzionale in una giornata dedicata all’unità cittadina”.
Le verifiche della Digos di Viterbo proseguono, con l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sorveglianza e la raccolta dei manifesti rimossi. Gli inquirenti intendono chiarire chi abbia materialmente affisso i cartelli e valutare eventuali violazioni di legge.
Al momento non risultano denunce formali da parte di Tajani o di altri esponenti istituzionali, ma non si esclude che possano essere presentate nei prossimi giorni. L’episodio ha comunque acceso un dibattito sull’uso dello spazio pubblico per manifestazioni di dissenso politico, soprattutto in occasioni di forte valenza simbolica come le celebrazioni civiche e religiose della città.