
Viterbo, attentato alla festa di Santa Rosa sventato: in manette due turchi

La città di Viterbo ha vissuto momenti di altissima tensione nella serata del 3 settembre, quando un attentato della mafia turca è stato sventato dalla Squadra Mobile durante il Trasporto della Macchina di Santa Rosa, patrimonio Unesco e simbolo identitario della comunità. In un B&B di via Santa Rosa, a pochi metri dal punto finale del percorso, gli agenti hanno arrestato due uomini di origine turca, legati alla rete criminale del boss Baris Boyun, e sequestrato una mitragliatrice e due pistole cariche. Un terzo complice sarebbe riuscito a fuggire.
Il piano prevedeva un’azione violenta nel cuore della festa, tra 40 mila spettatori assiepati lungo le vie del centro storico. L’operazione delle forze dell’ordine ha evitato quella che poteva trasformarsi in una strage. Dopo il blitz, in prefettura è stato convocato d’urgenza il comitato per la sicurezza, con l’intervento dei Nocs, cecchini sui tetti e unità cinofile antibomba. Da Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha seguito l’evolversi della situazione insieme al capo della Polizia. Per motivi di sicurezza, la Macchina è partita con la pubblica illuminazione accesa, una scelta inusuale che ha suscitato sorpresa e fischi tra i presenti. «C’è stato un pericolo concreto e abbiamo deciso questa misura straordinaria», ha dichiarato la sindaca Chiara Frontini.
Alla celebrazione hanno partecipato anche personalità istituzionali come il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, Arianna Meloni e il deputato Mauro Rotelli. Tutti sono stati messi in sicurezza e hanno assistito al Trasporto da posizioni protette. Nel frattempo, la folla non era stata informata della minaccia per evitare il panico. Solo dopo si è compreso che la scelta di mantenere le luci accese era dettata da ragioni di ordine pubblico.
Non si tratta del primo episodio legato alla criminalità turca a Viterbo: lo scorso anno la polizia aveva arrestato lo stesso Boyun e alcuni suoi affiliati, mentre poche settimane fa era stato catturato il latitante Ismail Atiz. La presenza di cellule attive nella Tuscia conferma l’allarme delle autorità. Nonostante il clima di paura, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa si è concluso regolarmente, trasformandosi in un momento di coesione collettiva. «Oggi questo trasporto è per la pace, dobbiamo seguire l’esempio di Rosa», ha ricordato il vescovo Piazza.
Quella che poteva diventare una tragedia si è invece trasformata in un simbolo di resistenza e fede: la Macchina ha continuato a illuminare Viterbo, portata non solo dai facchini, ma da un’intera comunità che ha ritrovato nell’evento la forza di resistere anche alla minaccia del terrore.