
Violenze a Roma, trovati i vestiti che inchiodano lo stupratore gambiano

La Procura di Roma ha chiuso le indagini su Sheikh Hydara, 26enne originario del Gambia, accusato di aver commesso due violenze sessuali nel giro di 48 ore, tra il 24 e il 26 agosto. L’uomo, a Roma dal 2021 con un permesso di soggiorno e un lavoro come manovale a Guidonia, avrebbe alternato acquisto di droga, consumi di crack e aggressioni, rifugiandosi poi in un’abitazione a Nettuno dove i carabinieri hanno trovato i vestiti usati durante gli stupri.
La prima violenza risale all’alba del 24 agosto, nel parco di Tor Tre Teste, ai danni di una 60enne che stava portando a spasso il cane. «Se urli ti taglio la gola», l’avrebbe minacciata prima di violentarla e rubarle il cellulare. Proprio il gps del telefono e le immagini delle telecamere di Termini hanno consentito di individuarlo e arrestarlo.
Solo poche ore prima dell’arresto, Hydara avrebbe commesso una seconda violenza, questa volta ai danni di una donna di 44 anni. La vittima, dopo una serata a San Lorenzo, stava aspettando l’autobus in via Prenestina, quando l’uomo le ha chiesto una sigaretta per poi trascinarla in un vicolo e violentarla su un cumulo di rifiuti.
La segnalazione è arrivata dal Policlinico Gemelli, dove la donna si era recata per le cure. Grazie alla sua descrizione e agli indumenti ritrovati a Nettuno, gli investigatori hanno collegato i due episodi. Alla 44enne sono state mostrate le foto di Hydara, e lei lo ha riconosciuto senza esitazioni.
Durante gli interrogatori, Hydara ha ammesso di aver assunto crack acquistato al Quarticciolo, sostenendo di non ricordare nulla degli stupri perché sotto l’effetto della droga. Una versione respinta dagli inquirenti, che ora lo accusano formalmente di due episodi di violenza sessuale aggravata.
Gli elementi raccolti – dal tracciamento del cellulare, ai vestiti, fino alle testimonianze delle vittime – compongono un quadro investigativo definito dalla Procura come solido. La prossima fase sarà quella del processo, mentre per le due donne resta il difficile percorso di recupero dopo un trauma che ha scosso l’intera comunità.