
Via Panama, protesta contro la ciclovia: flash mob dei residenti in piazza
La protesta contro la ciclovia di via Panama alza nuovamente il livello dello scontro. Dopo la raccolta firme, i flash mob e le manifestazioni in strada, ieri mattina i residenti dei Parioli, riuniti nel comitato Sos Via Panama, hanno affisso decine di cartelloni sui balconi per denunciare quella che definiscono una situazione ormai insostenibile. Via Panama, spiegano, è diventata un inferno: carreggiata ridotta a una sola corsia, traffico costante in ogni ora del giorno, criticità per il passaggio dei mezzi di soccorso e un rischio elevato di incidenti. «Dobbiamo continuare a far rumore», ripetono i residenti, convinti che solo mantenendo alta l’attenzione si possa arrivare a una revisione del progetto.
Sui cartelloni appesi lungo la strada si leggono messaggi espliciti: «Stop al traffico impazzito, vogliamo le due corsie», «Ciclabile in carreggiata scelta sbagliata», «Progetti sbagliati, residenti arrabbiati». La protesta prende di mira la ciclovia inserita nel V Lotto del Grab, il Grande Raccordo delle bici, che in questo tratto prevede un marciapiede da oltre tre metri, una pista ciclabile da 2,50 metri, un cordolo salvagente che arriva fino a 1,40 metri e parcheggi lineari larghi due metri. Una configurazione che, in alcuni punti, riduce la carreggiata stradale a soli 4,40 metri. «È troppo stretta, devono ampliarla», spiegano Rocco Gaudioso e Benedetta Contardi, portavoce del comitato.
Alcune modifiche al progetto esecutivo sono già state introdotte dall’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, ma per i residenti non sono sufficienti. La viabilità resta critica e nelle ultime settimane si sono già verificati almeno tre incidenti tra auto e scooter. Tra i punti più problematici viene segnalata la svolta per viale Romania, dove la perdita della doppia corsia e la presenza del cordolo creano difficoltà e pericoli. All’altezza del semaforo pedonale, inoltre, permane quello che gli abitanti definiscono un vero e proprio imbuto, un restringimento che «provoca problemi al passaggio dei mezzi di soccorso e ai bus della linea 168», sottolinea Gaudioso. «Non siamo contro le piste ciclabili – aggiunge – ma a via Panama è stata pensata male e realizzata peggio. Si poteva intervenire semplicemente ampliando il marciapiede».
Oggi il tema approda in Commissione Mobilità del Comune, presieduta da Giovanni Zannola. Sul tavolo c’è l’atto di indirizzo approvato il 4 dicembre dal Consiglio del II Municipio, che accoglie solo in parte le richieste degli abitanti. Tra le ipotesi allo studio figurano lo spostamento dell’inizio del Grab all’altezza di via del Canneto, la riduzione del cordolo da 1,40 a un metro o addirittura a 50 centimetri, mantenendo i parcheggi a spina solo su un lato della strada. I residenti attendono da due settimane una valutazione tecnica dell’assessorato e sperano che oggi arrivi finalmente una risposta, anche se restano scettici. «Queste modifiche non eliminano il problema, avevamo chiesto la riprogettazione dell’intero tratto da piazza Cuba a piazza Ungheria», ribadiscono Gaudioso e Contardi.
Nel pomeriggio, però, un episodio ha alimentato ulteriormente la tensione: la rimozione quasi totale delle transenne lungo la strada. «Hanno già deciso di non fare altre modifiche?», si chiedono gli abitanti, parlando di una beffa. Sulla vicenda interviene anche Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio, che attacca duramente l’amministrazione. «Promesse, ordini del giorno e tavoli, ma sul territorio non cambia nulla. I cittadini sono esasperati da un’opera voluta da Gualtieri che ha prodotto più traffico, più inquinamento e la cancellazione dei parcheggi, senza benefici reali», afferma, chiedendo di fermare i lavori e ripartire da un progetto condiviso.