
Una nuova e delicata fase per il pontificato di Papa Francesco

Smagrito, indebolito, ma ancora determinato. Dopo oltre cinque settimane di ricovero al Policlinico Gemelli, Papa Francesco è tornato nella sua residenza a Santa Marta, pronto ad affrontare una nuova e delicata fase del pontificato. Nonostante le difficoltà fisiche, l’88enne pontefice ha continuato a esercitare il suo ministero con tenacia, firmando documenti, effettuando nomine episcopali e lanciando la road map per il cammino sinodale che proseguirà fino al 2028.
«Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto scaccia il timore», è il versetto dell’apostolo Giovanni che sembra riflettere lo spirito con cui Francesco ha vissuto questa fase di fragilità. Un atteggiamento simile a quello del profeta Elia, chiamato a perseverare anche nei momenti di maggiore debolezza.
Durante la degenza, il Papa ha approvato un piano ambizioso per rendere la Chiesa più aperta e inclusiva, toccando temi sensibili come il ruolo delle donne, l’accoglienza verso le persone omosessuali, e il dialogo con la società civile e le altre religioni. Il Sinodo, avviato sette anni fa, vivrà il suo momento culminante con una grande assemblea ecclesiale nel 2028.
I medici del Gemelli hanno raccomandato a Bergoglio di rallentare, rinunciando agli impegni più pesanti, come i viaggi internazionali e le celebrazioni all’aperto in condizioni difficili. Tuttavia, appare difficile immaginare un Papa Francesco che non controlli personalmente ogni dettaglio. In dodici anni di pontificato, ha mostrato grande decisionismo e scarsa propensione alla delega, con un accentramento crescente del potere.
Per far fronte alla convalescenza, il pontefice si affiderà a una cerchia ristretta di collaboratori fidati. I sacerdoti don Fabio Salerno, don Juan Villalón e don Daniel Pellizon, tutti suoi segretari personali, avranno il compito di filtrare gli incontri e mantenere un ritmo di lavoro compatibile con la sua salute. «Villalón è diventato una presenza costante, un punto di riferimento anche durante la degenza al Gemelli», riferiscono fonti vaticane. A supportare la gestione sanitaria, il team guidato dall’infermiere Massimiliano Strappetti, che segue il Papa dal 2021, affiancato dal dottor Luigi Carbone e da Andrea Rinaldi.
Oltre alla salute, Papa Francesco dovrà affrontare dossier scottanti. In cima alla lista, l’unità di una Chiesa sempre più polarizzata e il deficit finanziario della Santa Sede, stimato quest’anno in circa 70 milioni di euro. La Segreteria di Stato, con il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Edgar Peña Parra, continuerà a gestire gli affari correnti. Non mancheranno consultazioni dirette con figure chiave come Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e con il giurista Gianfranco Ghirlanda, suo consigliere per le riforme.
Intanto, il Consiglio dei nove cardinali (C9), ridotto attualmente a sei membri, attende di essere ricostituito per affrontare un futuro che appare sempre più complesso, ma che il Papa vuole continuare a guidare con lucidità e determinazione. «Dimettersi? Non ci pensa nemmeno», confermano i suoi collaboratori più vicini.