
Un giro di sesso e droga dietro al finto centro benessere

Dietro il nome ingannevole di “Oasi del piacere”, si nascondeva un vero e proprio centro di prostituzione e spaccio di droga. A insospettire i residenti del quartiere Porta di Roma, in particolare di via Sebastiano Satta Flores, è stato il continuo via vai di uomini, soprattutto nelle ore notturne. Le segnalazioni al distretto di polizia Fidene-Serpentara hanno dato il via all’indagine che ha portato allo smantellamento dell’attività illecita e all’arresto della maîtresse colombiana di 28 anni, insieme a due complici, anche loro di origine sudamericana.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la 28enne offriva prestazioni sessuali tramite un sito di incontri a pagamento, con la possibilità di scegliere “trattamenti rilassanti” che includevano l’assunzione di ecstasy o cocaina. “Trattamenti inclusivi e personalizzati per il benessere dei sensi”, si leggeva negli annunci. Il pacchetto base, da 70 euro per 15 minuti, comprendeva un rapporto sessuale e un “omaggio” di sostanza stupefacente. Il meccanismo, veicolato anche tramite un’app di messaggistica istantanea, garantiva comodità e riservatezza ai clienti, molti dei quali erano manager, professionisti e studenti. Durante il blitz, gli agenti hanno sequestrato 19 dosi di cocaina, 18 pasticche di ecstasy e 200 euro in contanti. L’appartamento era stato diviso in tre camere da letto, per consentire più prestazioni contemporaneamente.
Il giro d’affari, secondo i primi accertamenti, fruttava centinaia di euro al giorno, e potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. “I clienti entravano e uscivano ogni quindici minuti”, spiegano gli agenti. Oltre alla droga e all’arredamento dell’appartamento, sono stati sequestrati tablet e computer che potrebbero contenere ulteriori indizi su attività analoghe. Le forze dell’ordine stanno ora cercando di identificare i fornitori delle sostanze stupefacenti e di capire se esista una rete strutturata di escort e spacciatori legata al medesimo canale promozionale. Gli accertamenti tecnici proseguiranno nei prossimi giorni, con l’analisi dei dispositivi informatici e delle comunicazioni digitali. La procura sospetta che il modello della “finta spa” possa essere replicato altrove, sfruttando le stesse piattaforme digitali.