
Tarquinia, dichiarato morto 78enne “risorge” dopo mezz’ora

Un uomo di 78 anni, creduto morto dopo due arresti cardiaci e oltre 30 minuti senza battito, si è improvvisamente risvegliato nell’ambulanza chiedendo delle figlie. È accaduto la sera del 18 luglio a Tarquinia, nella frazione Marina Velca, in provincia di Viterbo. Il caso ha lasciato sconcertati soccorritori e medici, e si configura come uno dei rarissimi episodi di “sindrome di Lazzaro”, una condizione ancora in gran parte misteriosa in medicina d’urgenza.
Il 78enne, di origine libica, è stato colto da un grave malore nella sua abitazione. Gli operatori del 118 hanno praticato manovre rianimatorie per oltre mezz’ora, senza successo. Dopo due arresti cardiaci, il cuore si è fermato definitivamente e le manovre sono state interrotte. L’eliambulanza Pegaso, inizialmente allertata, è stata fatta rientrare e si attendeva l’arrivo del carro funebre. Ma nel silenzio irreale dell’ambulanza è avvenuto qualcosa di assolutamente inatteso: l’uomo ha riaperto gli occhi e ha chiesto delle figlie. “Un episodio sconvolgente, ma reale. È tra i pochissimi casi al mondo”, hanno commentato i sanitari. Subito trasportato in ospedale, ora l’uomo è cosciente e in condizioni stabili.
La cosiddetta sindrome di Lazzaro – dal personaggio evangelico resuscitato da Gesù – è conosciuta scientificamente come ROSC (return of spontaneous circulation). Si verifica quando un paziente riprende spontaneamente l’attività cardiaca dopo l’interruzione delle manovre rianimatorie. Le possibili cause? Effetti ritardati di farmaci come l’adrenalina, pressioni toraciche residue, o auto-correzione di squilibri metabolici. Secondo un studio del 2020, solo 65 casi simili sono stati documentati nel mondo, e raramente oltrepassano i 10 minuti di assenza di segni vitali. Il caso di Tarquinia, quindi, è eccezionale per la lunga finestra temporale e per l’esito favorevole.
Nell’assurdità della situazione, durante le concitate operazioni, un carabiniere intervenuto per supportare il personale medico è stato pure aggredito dal cane dell’anziano, un esemplare di grossa taglia che il servizio veterinario stava cercando di mettere in sicurezza. Il militare è stato trasportato in ospedale per le cure, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. “Un episodio che ha reso ancora più delicata una situazione già straordinaria”, hanno spiegato fonti sanitarie.
Il ritorno alla vita dell’anziano solleva interrogativi anche in ambito medico-legale e procedurale. Episodi come questi suggeriscono una maggiore cautela nella certificazione del decesso e nell’interruzione della rianimazione, soprattutto nei casi senza chiari segni di morte cerebrale. Per la comunità medica, il fenomeno rappresenta un campo ancora da esplorare, ma anche una lezione sull’imprevedibilità dell’organismo umano.