
Sven Goran Eriksson e il docufilm testamento in uscita

Sven Goran Eriksson e il docufilm testamento in uscita
Sven Goran Eriksson
Il suo testamento morale è tutto nel suo documentario. «Ho avuto una vita forse troppo buona. E devi pagarla. Ma non siate dispiaciuti per me: sorridete, ricordate i momenti buoni». A parlare è Sven Goran Eriksson, l’intendimento (e indimenticabile) allenatore di Lazio e Roma. E lo dice nel video promozione del documentario, “Sven”, che Prime Video metterà in onda da domani, venerdì 24 agosto 2024, nel Regno Unito. “Pellicola” che per ora, però, in Italia non sarà visibile.
Lazio e Roma
L’allenatore che in Italia ha allenato Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, riuscendo a vincere lo scudetto nel 2000 con i biancocelesti nel gennaio scorso ha rivelato di avere il cancro raccontando di avere ancora un anno di vita «nella migliore delle ipotesi», ha aggiunto. Dal docufilm lancia anche il suo video messaggio di addio, in cui dice che spera di essere ricordato come una «persona positiva che ha provato a fare tutto quello che poteva».
Racconta, con le sue stesse parole ma anche quelle di familiari e giocatori che ha allenato («Come allenatore, è uno dei più grandi allenatori europei», sottolinea Roberto Mancini in uno spezzone), quella sua vita vissuta col calcio come filo conduttore.
«Grazie di tutto agli allenatori, ai giocatori, ai tifosi. È stato fantastico», sono le parole che non lasciano indifferenti a cui si aggiungono quelle dei due figli di Eriksson che parlano apertamente del lacerante momento in cui medici parlano apertamente di cancro.
Il malore…
Male, scoperto negli esami seguiti ad un malore durante una corsa. Johan Eriksson racconta che i dottori erano visibilmente commossi quando hanno detto alla famiglia che era affetto da cancro, che stavano dando loro «la peggior notizia possibile». E ancora. «Un giorno mi sveglio e non mi sento bene – racconta -. Sì, è cancro e ce l’ho. Con le medicine non sai mai esattamente quello che succederà. Sono un po’ spaventato. E serve tempo prima che accetti quello che hai». Poi il finale. «Penso che siamo tutti spaventati quando moriamo, ma la vita è anche morte e devi imparare ad accettarla per quello che è» e tra le anticipazioni la volontà di farsi cremare e far spargere le sue ceneri nel fiume che lambisce la casa svedese a cui è profondamente legato.