
Sparatoria a Tor Bella Monaca, ferito un 35enne: indagini in corso

La tensione a Tor Bella Monaca continua a salire dopo l’ennesimo episodio di violenza. Marco P., un uomo di 35 anni originario di Napoli, è stato ferito da due colpi di pistola nella zona del fianco destro, vicino alla schiena, in quello che sembra essere un vero e proprio agguato. L’uomo, colpito nel giorno del suo compleanno, è riuscito a raggiungere autonomamente il pronto soccorso del Policlinico Casilino, lasciando l’auto con una ruota bucata e macchie di sangue davanti all’ingresso dell’ospedale. Operato d’urgenza, non sarebbe in pericolo di vita. Gli agenti del commissariato Casilino Nuovo stanno indagando per ricostruire la dinamica dell’accaduto, ma al momento le informazioni sono limitate.
Secondo le prime ricostruzioni, gli spari sarebbero stati esplosi in via Ferdinando Quaglia, a circa due chilometri da via dell’Archeologia, epicentro dello spaccio nella periferia est della Capitale. Il 35enne ha raccontato di essere stato avvicinato da due persone che hanno aperto il fuoco senza alcun preavviso, dichiarando di non conoscere gli aggressori. Il suo nome non compare nelle inchieste che negli ultimi anni hanno smantellato le principali famiglie criminali attive nel quartiere. Resta il dubbio su un possibile legame con il mondo della droga: l’uomo potrebbe aver acquistato stupefacenti per il suo compleanno, ma qualcosa potrebbe essere andato storto. Gli investigatori, pur mantenendo il massimo riserbo, ipotizzano che l’intento dell’agguato fosse l’eliminazione della vittima, considerando che i colpi sono stati sparati ad altezza uomo.
L’episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione nel quartiere. Il 5 gennaio, un attacco con colpi d’arma da fuoco e una bomba ha preso di mira la casa di un pusher, mentre nei mesi precedenti si sono verificati incendi dolosi ai danni di diverse auto, probabilmente legati a regolamenti di conti tra bande rivali. La polizia ha intensificato i controlli, portando a diversi arresti, tra cui quelli di spacciatori legati al gruppo dei cosiddetti “magrebini italiani”. Il 24 gennaio, sei pusher sono stati fermati mentre trasportavano crack e cocaina nascosti nei monopattini. Tuttavia, nessuno di loro appartiene ai vertici delle organizzazioni criminali, segno che la lotta per il controllo dello spaccio è ancora in corso.