
Spaccio di droga nella Curva Sud della Roma: sei indagati

Un nuovo inquietante capitolo lega il mondo delle tifoserie organizzate al traffico di droga. A Roma, la Direzione distrettuale antimafia ha acceso i riflettori su un gruppo di ultrà della Curva Sud, accusati di aver trasformato i bagni dello Stadio Olimpico in vere e proprie piazze di spaccio durante le partite casalinghe della Roma. L’indagine coinvolge sei persone, tra cui un minorenne, tutte legate al cosiddetto “Gruppo Quadraro”, nato dopo lo scioglimento degli storici Fedayn.
Il gruppo ha attirato l’attenzione delle autorità dopo l’incendio dello storico striscione dei Fedayn, rubato da tifosi serbi e bruciato a Belgrado, un gesto che nel codice degli ultrà equivale alla perdita dell’onore. «Lo scioglimento del gruppo originario ha lasciato un vuoto riempito da nuovi soggetti, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine», spiegano fonti investigative. Al vertice del Quadraro vi sarebbe il cognato di Angelo Senese, fratello di Michele, figura di spicco della criminalità romana.
Le indagini, condotte dalla polizia tra gennaio e maggio dello scorso anno, hanno documentato un collaudato sistema di approvvigionamento, introduzione e vendita di cocaina all’interno dello stadio. Il meccanismo, tutt’altro che sofisticato, avveniva principalmente nei servizi igienici della Curva Sud. Gli ultrà indagati avevano ruoli distinti e organizzati: c’era chi si occupava del recupero della droga all’esterno dello stadio, chi del suo ingresso, e chi della vendita durante le partite. Le perquisizioni domiciliari non hanno portato nuovi elementi, ma sono state notificate le convocazioni per gli interrogatori preventivi.
Intanto, a Milano, prosegue un’altra inchiesta che intreccia criminalità e ultrà. Durante un processo a carico di tre tifosi rossoneri, sono emersi nuovi dettagli sull’attività di Luca Lucci, ex capo della Curva Sud milanista. Secondo quanto riferito in aula, Lucci aveva avviato progetti imprenditoriali in collaborazione con il rapper Fedez, non solo nel settore delle bevande ma anche nella sicurezza per eventi, assegnando uomini fidati a noti artisti italiani. «Diversi rapper, non solo dell’ambiente milanese, sono entrati in contatto con la sua società», ha dichiarato un ispettore della Mobile lombarda. Un intreccio che unisce tifoserie, business e criminalità in un unico filo conduttore, da Milano a Roma, dove la storia delle curve torna a farsi nera.