
Smantellata centrale di riciclaggio, legami con l’omicidio Diabolik

Un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio di denaro, con una “centrale operativa” a Roma e ramificazioni societarie estese fino a Slovacchia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito, è stata sgominata da un’indagine congiunta del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza e della Squadra mobile della Capitale. L’operazione ha portato all’esecuzione di 7 misure cautelari nei confronti di altrettante persone tra le 33 indagate dalla Procura: 3 arresti domiciliari, 3 obblighi di firma e un divieto di dimora nel comune di Roma. Tra i beni sequestrati, per un valore complessivo di 5 milioni di euro, spicca anche un prezioso dipinto attribuibile a Francisco Goya.
L’inchiesta ha svelato un sistema finalizzato alla fittizia intestazione di quote societarie, alla truffa aggravata per ottenere fondi pubblici destinati alle piccole e medie imprese durante l’emergenza Covid, al riciclaggio e all’autoriciclaggio. Un elemento di spicco tra gli indagati è Gianluca Ius, consulente finanziario di Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, l’ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio assassinato. Proprio dalle indagini sull’omicidio di Diabolik è scaturito questo nuovo filone investigativo.
Ieri, Gianluca Ius è finito agli arresti domiciliari insieme a Simone Giacomini, ritenuto il gestore del patrimonio dell’organizzazione, e a Marco Scaringella. È emerso che Diabolik incontrò Ius negli uffici di un suo amico sulla Tibrutina proprio il giorno del suo omicidio, il 7 agosto 2019. In quel luogo era presente anche Fabrizio Fabietti, considerato il braccio destro di Piscitelli nei traffici di droga. Successivamente, Diabolik ricevette un messaggio che lo spinse a recarsi in auto al Parco degli Acquedotti, dove cadde vittima di un agguato mortale. Un anno fa, Ius era già stato arrestato dalla Procura di Catania per riciclaggio, con l’accusa di aver emesso fatture per 7,5 milioni di euro relative a operazioni fittizie, utilizzate per ripulire denaro di provenienza illecita. Gli inquirenti avevano inoltre rilevato che Ius, imprenditore ed esperto di finanza che si definiva amico di Diabolik “perché eravamo entrambi ideologicamente di destra”, non avrebbe dichiarato redditi.
Le indagini hanno ricostruito uno schema operativo complesso, basato su un’architettura societaria con società con sede in Slovacchia e negli Emirati Arabi Uniti poste al vertice. Attraverso l’interposizione di società schermo di diritto britannico, l’organizzazione avrebbe occultato un ingente patrimonio immobiliare. Uno dei due consulenti finanziari finiti ai domiciliari è accusato di aver orchestrato le numerose trasformazioni societarie funzionali al reimpiego dei proventi illeciti e di aver costantemente ricercato nuove opportunità di arricchimento illecito, tra cui l’esportazione illegale di opere d’arte di grande valore.
È stato disposto l’obbligo di dimora per un imprenditore edile di origine albanese, ritenuto responsabile dell’immissione dei capitali illeciti nel circuito dell’economia legale, e per un consulente aziendale attivo tra Roma e Frosinone, che avrebbe rappresentato uno dei canali di approvvigionamento del denaro contante. Stessa misura per un romano che avrebbe agevolato l’accesso indebito delle società dell’organizzazione a linee di credito con garanzia pubblica, e per un manager milanese che curava gli aspetti economici, finanziari e gestionali delle società. Nel corso delle indagini, sono stati sequestrati circa 100.000 euro in contanti, beni immobili e tre quadri, tra cui il prezioso dipinto attribuito a Goya.