
Simone Cristicchi è “Franciscus”: da domani all’8 dicembre al teatro Quirino

Simone Cristicchi torna sulle scene teatrali con lo spettacolo “Franciscus – Il folle che parlava agli uccelli”, un’opera che esplora la figura di San Francesco d’Assisi oltre i luoghi comuni. Dal 3 all’8 dicembre al Teatro Quirino di Roma, il cantautore romano propone un viaggio introspettivo che fonde musica e teatro. Cristicchi racconta come la pressione della fama e la “macchina della discografia” lo abbiano spinto a cercare una nuova direzione artistica, lontano dal successo commerciale. “Mi sentivo triturato da quel sistema”, spiega, ricordando un periodo in cui il bisogno di riflettere ha prevalso sulla frenesia creativa. Così è nato questo progetto, che restituisce a San Francesco la sua essenza umana, al di là della canonizzazione come “santino”.
L’opera è strutturata come un “musical solo”, dove Cristicchi interpreta otto brani inediti scritti appositamente per il teatro, immergendosi completamente nei panni del santo. Con uno stile semplice e diretto, l’artista esplora il messaggio rivoluzionario del poverello di Assisi, che predicava il distacco dai beni materiali e l’amore per il prossimo. “Francesco ci insegna ad abbracciare la radicalità del vivere autentico”, spiega Cristicchi, sottolineando il parallelo tra la ricerca interiore del santo e quella di ogni uomo moderno. L’opera si propone di essere una riflessione poetica e attuale, adatta sia ai credenti sia a chi cerca risposte al di fuori dei dogmi religiosi.
Non è la prima volta che Cristicchi sperimenta nel teatro per raccontare temi profondi e universali. Con lavori come “Magazzino 18” e “Orcolat ‘76”, ha dimostrato la sua capacità di coniugare impegno civile e arte. Questo nuovo spettacolo, però, segna una svolta personale: “Volevo riscattare la figura del santo, oggi troppo spesso ridotta a un’icona pop”, dichiara. Con “Franciscus”, Cristicchi non solo celebra una figura iconica, ma invita il pubblico a riflettere sulla possibilità di ritrovare sé stessi in un mondo sempre più dominato dalla superficialità. Una sfida artistica e spirituale che si preannuncia imperdibile.