
Si scava nel giardino del killer di Denisa alla ricerca di altre vittime

Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, è al centro di una storia agghiacciante che coinvolge Vasile Frumuzache, una guardia giurata romena di 32 anni accusata dell’omicidio di due escort connazionali, Denisa Maria Adas e Ana Maria Andrei. I loro corpi furono ritrovati in un terreno vicino alla sua abitazione, a Montecatini, ma le circostanze dell’accaduto continuano a sollevare dubbi. Frumuzache, che ha confessato i femminicidi, è ora detenuto, ma il suo racconto presenta numerose lacune, spingendo gli investigatori a scavare più a fondo.
A partire da ieri, le autorità hanno avviato nuove operazioni di scavo, utilizzando ruspe per esaminare i terreni intorno all’abitazione del 32enne e nelle vicinanze del “casolare dei cadaveri”. Le perquisizioni sono state effettuate anche all’interno della casa in cui Frumuzache viveva con la moglie e i due figli piccoli. Un altro sopralluogo ha coinvolto il box metallico dell’abitazione, e gli investigatori stanno setacciando denunce e segnalazioni di scomparsa di donne avvenute negli ultimi tre anni. Il sospetto che Frumuzache possa essere un serial killer ha indotto la Procura a estendere le indagini, cercando ulteriori prove che potrebbero rivelare la presenza di altre vittime.
Le indagini, però, non si limitano a cercare prove sui crimini già confessati. La stanza del residence di Prato, dove Frumuzache ha affermato di aver ucciso Denisa, è stata esaminata senza che venissero trovate tracce ematiche, nonostante il suo racconto dettagliato che include la decapitazione della vittima. Nel giardino della sua casa, gli inquirenti avevano già scoperto quattro coltelli bruciati, insieme all’auto di Ana Maria Andrei. Inoltre, è emerso che Frumuzache aveva conservato la SIM card del cellulare di una delle vittime, che è stata riattivata la sera in cui Denisa è stata uccisa: un dettaglio che solleva ulteriori interrogativi.
Frumuzache, dopo essere stato aggredito in carcere dal cugino di una delle sue vittime che gli aveva gettato in faccia dell’olio bollente, è stato trasferito al penitenziario di Sollicciano, a Firenze, per motivi di sicurezza. Le indagini, però, continuano senza sosta, con la speranza che i nuovi accertamenti possano far luce su altre eventuali vittime e portare giustizia a chi ha subito orribili tragedie. Quella che era cominciata con una semplice ricerca della scomparsa Denisa, potrebbe trasformarsi nella scoperta di una serie di efferati delitti commessi contro escort e prostitute.