
Shopping, solo 3 romani su 10 fanno acquisti nei negozi del centro
L’immagine delle vie eleganti e luminose del centro storico continua a esercitare fascino, ma sempre meno romani scelgono di fare acquisti tra Tridente, via Condotti e strade limitrofe. L’indagine condotta da Confcommercio su mille residenti rivela un quadro che pesa sulla vitalità commerciale del cuore della città: soltanto il 37% dei cittadini ha fatto almeno un acquisto non alimentare in centro nell’ultimo anno, mentre il 63% lo evita del tutto. Un calo che conferma come, rispetto al passato, quello che un tempo era un rito quasi irrinunciabile oggi sia diventato un percorso a ostacoli.
Chi ancora frequenta il centro vive l’esperienza tra soddisfazione e difficoltà. Il 58% afferma di essersi goduto la passeggiata e di aver trovato ciò che cercava, soprattutto capi d’abbigliamento e gioielli, settori in cui il centro resta punto di riferimento grazie alla presenza di marchi non reperibili altrove. Ma anche tra i clienti più affezionati emerge una crescente stanchezza per problemi ormai strutturali: i parcheggi insufficienti (73%), il traffico sempre più congestionato (64%), la scarsa efficienza del trasporto pubblico (30%), il degrado urbano (36%) e un’offerta commerciale percepita come meno qualificata (24%). Un cittadino lo riassume così: «Andare in centro è bello, ma spesso diventa troppo complicato».
Il quadro cambia poco considerando le fasce di reddito più elevate, che pure rappresentano una quota importante della clientela tradizionale. Chi ha una maggiore capacità di spesa lamenta anche la carenza di iniziative culturali (6%) che renderebbero la visita in centro un’esperienza più completa. È significativo inoltre che il 92% degli intervistati non abbia effettuato in centro il proprio acquisto più costoso dell’anno: non tanto per i prezzi, quanto per la scarsa accessibilità dell’area. Tra coloro che dichiarano un reddito medio-alto, quattro su dieci indicano proprio la difficoltà di raggiungere il centro come motivo principale della rinuncia.
Le alternative, del resto, non mancano. Centri commerciali e piattaforme online intercettano ormai il 65% degli acquisti più rilevanti, grazie a una combinazione di comodità, ampiezza dell’offerta e possibilità di risparmio. Il 26% degli intervistati afferma di avere trovato lo stesso articolo a un prezzo migliore altrove; il 17% preferisce acquistare nei negozi di prossimità del proprio quartiere; il 16% indica come decisivo l’assortimento più ampio degli e-commerce. E c’è anche chi evita volutamente alcune vie del centro perché «troppo affollate per fare shopping con calma».
Nonostante ciò, il centro non perde completamente il suo richiamo: il 70% dei cittadini con reddito medio-alto dichiara di frequentarlo almeno saltuariamente e, per circa il 60% dei consumatori, la frequenza delle visite è rimasta invariata rispetto al periodo pre-pandemico. È però un equilibrio fragile, che rischia ulteriori scossoni in mancanza di politiche pubbliche mirate a facilitare gli spostamenti, migliorare la qualità dello spazio urbano e preservare un’offerta commerciale distintiva.
Confcommercio sottolinea che i risultati dell’indagine rappresentano uno strumento prezioso per comprendere i nuovi comportamenti d’acquisto e orientare le scelte amministrative. Il primo banco di prova sarà imminente: i bus navetta predisposti per portare romani e turisti a vedere le luci di Natale in centro. Un test che potrebbe indicare se — e come — il centro storico potrà riconquistare quell’appeal che sembra in parte aver smarrito.