
Senato al lavoro su Riforma RAI e regole per gli influencer

Il testo base della riforma Rai è pronto: verrà depositato oggi in Commissione Lavori Pubblici del Senato, dopo mesi di confronto e dieci disegni di legge da ogni parte politica. Un passaggio cruciale, perché l’8 agosto entra in vigore lo European Media Freedom Act (Emfa), il regolamento europeo per il pluralismo e la trasparenza dell’informazione, a cui l’Italia dovrà allinearsi per evitare infrazioni. Il disegno di legge messo a punto dalla maggioranza si presenta come un testo “emendabile e in espansione”, ma segna intanto un chiaro orientamento politico.
La riforma della governance Rai è tra i punti centrali del nuovo testo: spariscono le due nomine governative nel Consiglio di amministrazione, sostituite da tre membri scelti da Camera e Senato e uno designato dai dipendenti Rai, per un totale di sette membri. È un ritorno al passato, che ricalca la legge Gasparri, superando la riforma Renzi. Restano fuori dal Cda i rappresentanti di Comuni e Regioni, che potranno partecipare alle sedute ma senza diritto di voto.
Sul presidente Rai si è trovata una via di mezzo: sarà eletto con maggioranza qualificata nei primi due scrutini e maggioranza assoluta al terzo. La durata del Consiglio sarà estesa a cinque anni, e la nomina dell’amministratore delegato spetterà al Cda, su proposta del presidente.
Sul fronte economico, nessuna rivoluzione sul canone, ma viene introdotto un tetto massimo del 5% per eventuali tagli, specificando le condizioni in cui possono avvenire, in linea con la richiesta dell’Emfa di garantire “risorse certe” per il servizio pubblico. Rientra nel testo anche un vecchio cavallo di battaglia della Lega: la valorizzazione delle partecipazioni societarie della Rai, con la possibilità di cedere quote, purché si mantenga il controllo pubblico.
Una novità di rilievo riguarda gli influencer, che entrano ufficialmente nel Testo unico per la fornitura di servizi media audiovisivi. Viene introdotta una definizione ad hoc: “Soggetti che esercitano un’attività analoga o assimilabile a quella dei fornitori di servizi audiovisivi, sottoposti alla giurisdizione nazionale”. Questo comporta possibili sanzioni e controlli da parte dell’Agcom, in caso di contenuti lesivi, soprattutto per i minori.
La novità arriva a pochi giorni dalla pubblicazione ufficiale, il 23 luglio, del Codice di condotta per gli influencer da parte dell’Autorità per le comunicazioni. Il codice si applica ai cosiddetti “influencer rilevanti”, ossia chi ha almeno 500.000 follower su una singola piattaforma o supera un milione di visualizzazioni mensili. Coinvolti circa 2.000 creator attivi in Italia, con sanzioni fino a 600.000 euro in caso di violazioni.
Il deposito del testo, firmato dai relatori Claudio Fazzone e Roberto Rosso (FI), segna solo l’inizio: il confronto si sposterà a settembre, quando verranno presentati gli emendamenti e torneranno in campo le opposizioni e le parti escluse dalla stesura iniziale. Ma il cantiere della riforma Rai è ora aperto, e con l’entrata in vigore dell’Emfa imminente, i tempi stringono per portare a termine una revisione profonda del servizio pubblico radiotelevisivo italiano.