
Scuola, in arrivo il nuovo contratto: aumenti fino a 185 euro per i docenti
La firma sul nuovo contratto nazionale del comparto Istruzione e Ricerca è ormai questione di ore. Dopo i rinnovi dei dipendenti pubblici, dei sanitari e dei ministeriali, è arrivato il turno dei professori e del personale Ata: circa 1,3 milioni di lavoratori che attendono da tempo un adeguamento salariale. Sul tavolo ci sono aumenti fino a 185 euro lordi mensili per gli insegnanti e circa 110 euro medi per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
Gli aumenti variano in base al grado scolastico e all’anzianità di servizio. Per un docente della scuola primaria o dell’infanzia, l’incremento parte da 132 euro mensili per chi ha tra i 15 e i 20 anni di servizio, sale a 142 euro per la fascia 21-27 anni e raggiunge 159 euro oltre i 35 anni di carriera. Nella scuola media, le cifre crescono leggermente: 145 euro per la prima fascia, 156 per la seconda e fino a 177 euro per i più esperti. Gli insegnanti delle scuole superiori, invece, si collocano nel gradino più alto: circa 150 euro tra i 15 e i 20 anni, 165 euro fino a 27 anni e 185,31 euro oltre i 35 anni. Per il personale Ata, l’aumento medio previsto è di 110 euro mensili, con variazioni in base ai profili e alle qualifiche.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha confermato che, una volta firmato il contratto 2022-2024, si apriranno subito le trattative per il triennio successivo, 2025-2027. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha illustrato le proiezioni: altri 142 euro medi per i docenti e 104 euro medi per il personale Ata. In totale, gli aumenti cumulativi potrebbero arrivare a 292 euro mensili per gli insegnanti e 213 euro per gli Ata. Il nuovo contratto interessa anche Università, Enti di ricerca e Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (Afam). Per questi settori, l’Aran stima aumenti medi mensili di 174 euro per l’Afam, da 137 a 215 euro per l’Università e da 175 a 240 euro per gli Enti di ricerca.
Con la firma del contratto scuola, si chiude la stagione contrattuale 2022-2024 per la pubblica amministrazione, restando aperti solo pochi tavoli, come quello dei medici, che tornerà a riunirsi lunedì. Il ministro Zangrillo ha accolto con soddisfazione il passo avanti dei sindacati: «Sono felice della decisione della Uil di aderire al rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali. È un atto di coerenza di quelle organizzazioni che hanno scelto il confronto serio, senza preconcetti, per la tutela dei diritti dei lavoratori».
Il nuovo accordo rappresenta un segnale di continuità e dialogo tra governo e parti sociali, con l’obiettivo di garantire maggiore equità salariale a uno dei settori più importanti e delicati del pubblico impiego.