
Scuola, col 6 in condotta obbligatorio superare il test di educazione civica

Dal prossimo anno scolastico 2025-2026, il voto in condotta tornerà centrale nel sistema educativo italiano. Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva la riforma della condotta, che interesserà le scuole medie e superiori, introducendo nuove regole più rigide per il comportamento degli studenti. Chi scenderà sotto il 6 in condotta potrà essere bocciato, mentre chi otterrà un 6 sarà soggetto a misure educative specifiche.
«È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, aggiungendo: «Vogliamo una scuola autorevole, che non vuol dire autoritaria. Per noi il merito, il rispetto e la centralità della persona sono aspetti fondamentali».
La riforma si concentra in particolare sulle aggressioni fisiche e verbali che avvengono all’interno dei locali degli istituti, fenomeni purtroppo in aumento. Secondo i dati del ministero, nell’anno scolastico 2023-2024 si sono verificati 69 episodi di violenza, di cui 32 nelle scuole superiori. Tra le vittime figurano docenti, dirigenti scolastici e personale amministrativo, ma in oltre 30 casi i responsabili sono risultati essere genitori o familiari.
Con le nuove regole, il voto di condotta sarà valutato sull’intero anno scolastico, e non più limitato all’ultimo quadrimestre. Una condotta violenta o gravemente scorretta, anche se avvenuta nei primi mesi, potrà dunque incidere sulla promozione. Gli studenti delle superiori che prenderanno 6 in condotta non saranno automaticamente ammessi alla classe successiva, ma dovranno affrontare un giudizio sospeso e presentare un elaborato educativo, senza il quale saranno costretti a ripetere l’anno.
Importanti anche le novità relative alle sanzioni disciplinari. Gli studenti sospesi non resteranno più a casa, ma saranno coinvolti in attività educative o di volontariato, volte alla crescita personale e alla consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Le scuole potranno attivare collaborazioni con associazioni di volontariato o enti locali, permettendo ai ragazzi sospesi di partecipare a progetti di cittadinanza solidale. Un cambio di paradigma che trasforma la punizione in opportunità educativa.
Il ministro insiste: «Il voto di condotta torna a essere uno strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli». La scuola, secondo la visione del Governo, non deve solo istruire, ma anche formare al rispetto delle regole della convivenza civile.