
Scontro Roma-Parigi sulle politiche fiscali: nel mirino la “Legge Ronaldo”

Tra Roma e Parigi torna a soffiare vento di tensione diplomatica. Stavolta il terreno di scontro è la politica fiscale. In diretta televisiva, il primo ministro francese François Bayrou ha accusato l’Italia di praticare una «politica di dumping fiscale», prendendo a pretesto il rischio che i cittadini più ricchi possano trasferirsi all’estero per approfittare di sistemi più convenienti. Un affondo che non è passato inosservato e che ha scatenato la dura reazione di Palazzo Chigi.
Il riferimento di Bayrou è al regime fiscale agevolato previsto per chi trasferisce la residenza in Italia dopo anni vissuti all’estero. «Ormai c’è una specie di nomadismo fiscale e ognuno si trasferisce dove è più conveniente. Guardate l’Italia che sta facendo dumping fiscale», ha dichiarato il premier, in un passaggio che molti osservatori legano anche al clima politico interno in Francia, dove il governo affronterà il voto di fiducia l’8 settembre.
Immediate le reazioni da Roma. Palazzo Chigi ha parlato di «affermazioni infondate», ricordando che l’Italia è semmai penalizzata da veri paradisi fiscali europei come Irlanda, Olanda e Lussemburgo. Inoltre, il governo Meloni sottolinea di aver raddoppiato l’imposta forfettaria prevista dal regime agevolato, portandola da 100mila a 200mila euro. La norma, ribatte l’esecutivo, non è stata introdotta dal centrodestra ma dal governo Renzi nel 2016, con l’obiettivo di attrarre investitori e grandi contribuenti. Lo stesso Matteo Renzi ha rivendicato la misura: «Quelle che Bayrou chiama dumping sono scelte del mio governo. Il mio amico François non è informato: il dumping non lo fa l’Italia».
Il regime agevolato, ribattezzato all’epoca “norma Ronaldo”, perchè aveva reso più facile (e conveniente per il giocatore) l’acquisto di CR7 da parte della Juventus, prevedeva per i nuovi residenti una tassa fissa di 100mila euro sui redditi prodotti all’estero. Una misura che la Corte dei Conti aveva già segnalato come potenzialmente critica, ma che è stata confermata e inasprita dall’attuale esecutivo. La Lega, come spesso accade in occasione delle polemiche con Parigi, non ha perso l’occasione per rilanciare: «Grave e inaccettabile attacco all’Italia, ai suoi imprenditori e ai suoi lavoratori», ha dichiarato il partito di Salvini.
Oltre alla querelle fiscale, i rapporti tra Roma e Parigi restano segnati anche da divergenze sul fronte della guerra in Ucraina. Giovedì il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una nuova riunione dei cosiddetti “volenterosi” per discutere della pace, ma la premier Giorgia Meloni non parteciperà di persona: si collegherà da Roma.
Fisco, politica estera e rapporti bilaterali: ancora una volta l’asse Roma-Parigi si conferma fragile e attraversato da polemiche, a conferma di un dialogo tra alleati che fatica a decollare.