
Sanità Lazio, tempi d’attesa crollati del 78% in due anni: da 42 a 9 giorni
Un calo vertiginoso dei tempi d’attesa per visite ed esami nel Lazio: in due anni si è passati da una media di 42 giorni nel 2023 a soli 9 giorni nel 2025. Un risultato che segna una svolta per il sistema sanitario regionale e che il presidente Francesco Rocca definisce «una priorità assoluta della Regione».
«Stiamo lavorando con determinazione per ridurre ulteriormente i tempi delle liste d’attesa per visite specialistiche ed esami strumentali», ha spiegato Rocca, ricordando come il miglioramento sia frutto di un lavoro di monitoraggio costante e di un controllo più rigoroso sul sistema di prenotazione.
Una delle novità introdotte riguarda infatti il ReCup, il Centro unico di prenotazione regionale. «Abbiamo avviato un’attività di monitoraggio sulle motivazioni di rifiuto della prima disponibilità proposta al cittadino», ha aggiunto il governatore. In pratica, se un paziente rifiuta l’appuntamento proposto, l’operatore deve registrare la motivazione del “no”: dalla preferenza per una struttura o un medico specifico, all’incompatibilità della data, fino alla distanza del centro medico. I dati raccolti mostrano che nel 22% dei casi il rifiuto è dovuto alla volontà di scegliere una struttura precisa, nel 21% per motivi di data e nel 6% per il mancato gradimento del luogo proposto. «Nonostante il primo rifiuto – precisa Rocca – nel 64% dei casi l’utente ha comunque prenotato entro i tempi di garanzia».
Il miglioramento dei tempi è evidente in tutte le principali prestazioni. L’ecografia bilaterale della mammella è passata da 118 a 21 giorni; la prima visita cardiologica da 20 a 3; la radiografia del torace da 167 a 41. Per le prestazioni “brevi”, come le Tac toraciche, si è scesi da 32 a 2 giorni; per un holter da 14 a 7; per un’elettromiografia da 35 a 9. Nel complesso, la percentuale di rispetto dei tempi previsti è salita dal 78,9% del 2023 al 97,1% del 2025. Per ottenere questi risultati, la Regione ha imposto alle strutture private accreditate di trasmettere al Cup regionale le agende di prenotazione con almeno 12 mesi di anticipo. Nel 2023 erano accessibili appena 333 agende, oggi sono oltre 11mila.
Un altro fronte riguarda il recupero dei cosiddetti “fuori soglia”, ossia i pazienti che hanno ricevuto la prestazione oltre i termini stabiliti dalla classe di priorità. Da novembre 2024 sono stati richiamati 178mila cittadini, anticipando 21mila visite ed esami per un valore di 2,4 milioni di euro. Nel 2023 i “fuori soglia” erano 618mila, scesi a 555mila nel 2024 e a soli 103mila nei primi otto mesi del 2025.
La Regione ha inoltre avviato un monitoraggio sull’appropriatezza delle prescrizioni mediche, introducendo report personalizzati per i medici di base. Dall’analisi è emerso che nel 19% dei casi non viene usata la lista “follow up” per i controlli post-intervento, causando sovraccarichi di prenotazioni; nel 5% dei casi si tratta invece di un errore nella scelta della classe di priorità. Un lavoro capillare che, come ribadisce Rocca, «non si ferma qui: il nostro obiettivo è continuare a migliorare la qualità e la tempestività delle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini del Lazio».