
Ryanair taglia un aereo a Roma: il CEO attacca governo e UE

Nuovo affondo di Ryanair contro l’Italia e in particolare contro gli scali di Roma. L’amministratore delegato del gruppo, Michael O’Leary, ha annunciato in conferenza stampa che per la stagione invernale la compagnia irlandese ridurrà la propria flotta nella Capitale da 17 a 16 velivoli. Una decisione legata, secondo il manager, al limite imposto a Ciampino di 65 voli giornalieri, all’aumento dell’addizionale municipale di 50 centesimi entrata in vigore ad aprile e alle tariffe crescenti applicate a Fiumicino.
O’Leary ha ribadito che Fiumicino “non è più competitivo” per Ryanair, rilanciando al governo un messaggio diretto: “Se l’esecutivo abolisce l’addizionale municipale e si riducono le tariffe, investiremo in Italia 4 miliardi di dollari”. L’impegno, ha spiegato, porterebbe 40 nuovi aerei, 250 rotte aggiuntive, oltre 20 milioni di passeggeri in più e la creazione di 1.500 posti di lavoro. Per il numero uno di Ryanair, la tassa “danneggia la crescita del traffico, del turismo e dell’occupazione”, soprattutto in un momento in cui altri Paesi e alcune regioni italiane l’hanno già abolita.
Secondo la compagnia, le tariffe aeroportuali aumenteranno entro il 2028 del 44% a Ciampino e del 15% a Fiumicino. Ma dati di Aeroporti di Roma mostrano una realtà diversa: i costi nello scalo principale della Capitale restano inferiori alla media europea, con un incremento di poco superiore al 5% rispetto al 2023 e un calo complessivo del 14% negli ultimi sette anni, nonostante investimenti da 2 miliardi. Per l’esperto Andrea Giuricin, docente della Bicocca, la mossa di Ryanair è soprattutto tattica: “Ridurre un aereo equivale a un investimento in meno di circa 100 milioni, una cifra che non intimorisce un grande scalo come Fiumicino, che resta tra i migliori in Europa. Roma resterà comunque una destinazione centrale per Ryanair”.
Non solo Roma. O’Leary ha annunciato anche la sospensione del ritorno dei voli per Tel Aviv, denunciando il mancato rinnovo degli slot storici da parte dell’aeroporto Ben Gurion. Infine, non sono mancate stoccate all’Unione Europea e alla sua presidente, Ursula von der Leyen: “Accogliamo con favore il rapporto Draghi, ma l’Ue non ha fatto nulla. Von der Leyen è inutile: se non riforma il settore del traffico aereo e non rende l’Europa più competitiva, deve essere rimossa o dimettersi”.