Roma, una stretta sulle caldaie per evitare il blocco agli Euro 4 e 5

14/10/2025

Torna a far discutere la Ztl fascia verde di Roma, la misura più contestata tra quelle previste per ridurre l’inquinamento urbano. Con l’avvicinarsi di novembre, mese in cui dovrebbero scattare i nuovi divieti di accesso anche per le auto più recenti, si riaccende lo scontro tra Comune e Regione Lazio. Nessuno, infatti, vuole assumersi la responsabilità di una decisione che rischierebbe di penalizzare migliaia di cittadini.

Il nodo nasce da una norma regionale approvata nella precedente legislatura, con cui la Regione Lazio ha recepito la direttiva europea sulla qualità dell’aria. Il provvedimento, tuttavia, lascia margini interpretativi ai Comuni, chiamati a scegliere le modalità per ridurre le emissioni. Il risultato è stato un rischio concreto di bloccare anche le auto Euro 5, fra le più recenti in circolazione, suscitando la protesta di automobilisti e associazioni di categoria.

Per evitare questo scenario, il Campidoglio ha elaborato uno studio tecnico che dimostra come si possa ottenere una significativa riduzione dell’inquinamento senza introdurre ulteriori limitazioni al traffico. Lo studio, già trasmesso alla Regione Lazio, propone di mantenere il divieto solo per i veicoli Euro 2 benzina ed Euro 3 diesel, integrando la strategia con misure alternative sui principali fattori inquinanti.

Tra le misure alternative indicate da Palazzo Senatorio, la prima riguarda la riduzione del periodo di accensione dei riscaldamenti domestici, che secondo le stime porterebbe a un abbattimento complessivo di oltre 450 tonnellate di ossidi di azoto in città, di cui 110 nella sola fascia verde.

Un secondo intervento riguarda gli effetti strutturali dei lavori di riqualificazione energetica realizzati con Superbonus ed Ecobonus, che permetterebbero un’ulteriore riduzione di 26 tonnellate annue di ossidi di azoto. A queste si aggiungono le operazioni di lavaggio delle strade principali, capaci di diminuire fino a 2 tonnellate di polveri sottili, e l’utilizzo di materiali fotocatalitici nelle opere pubbliche, in grado di neutralizzare altre 2 tonnellate di ossidi ogni anno.

Secondo i calcoli del Comune, queste azioni congiunte porterebbero a una riduzione totale di 120 tonnellate di ossidi di azoto nella Ztl fascia verde, a fronte di un “costo” di 70 tonnellate derivante dal mantenimento della circolazione delle auto Euro 4 e 5. Il saldo, dunque, sarebbe positivo per oltre 50 tonnellate, consentendo di mantenere invariati i limiti attuali.

La proposta del Comune di Roma è stata inviata alla Regione lo scorso 2 ottobre, ma l’ente guidato da Francesco Rocca ha chiesto ulteriori integrazioni, in particolare sui valori delle PM 2,5, le particelle più fini e nocive. Il Campidoglio ha risposto nei giorni scorsi, e ora si attende la decisione definitiva della Regione.

Nel frattempo, resta in sospeso la promessa della Giunta Rocca di riscrivere il Piano della Qualità dell’Aria, basandolo su dati aggiornati: le nuove misurazioni delle centraline mostrano infatti livelli di inquinamento inferiori a quelli del 2018, su cui era stato redatto il piano attuale.

Fino ad allora, la “giostra” tra Comune e Regione continuerà, tra pressioni politiche, interessi ambientali e il tentativo di trovare un equilibrio fra mobilità sostenibile e diritti dei cittadini.

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