
Roma, truffano un campione croato di pallamano: arrestato un 52enne

Una truffa da strada che si trasforma in estorsione. È successo nel cuore della Capitale, dove il capitano della Nazionale croata di pallamano, Filip Ivic, è caduto nella rete di un gruppo di truffatori a Fontana di Trevi. A orchestrare il raggiro, Nicola Sandu, 52 anni, cittadino romeno, che con altri sei complici ha messo in scena il classico gioco delle tre campanelle. Ma quando la vittima ha perso, la situazione è degenerata: l’atleta è stato costretto a prelevare 200 euro da un bancomat sotto minaccia.
Il fatto è avvenuto giovedì pomeriggio. Ivic, 32 anni, in vacanza a Roma con un amico, si è imbattuto in un gruppo di persone intente a giocare su un tappetino, poco distante da via della Stamperia. Convinto che si trattasse di un passatempo legale, si è fermato a osservare. Il “croupier” lo invita a puntare, ma quando Ivic mostra 45 euro, Sandu, fingendosi un altro giocatore, gli porge 200 euro per partecipare davvero alla partita.
Appena le campanelle iniziano a muoversi, Ivic perde il denaro. L’uomo che gestisce il gioco glielo strappa di mano e Sandu, fingendo di infuriarsi per aver perso i soldi che aveva “prestato”, lo afferra per un braccio e lo costringe ad accompagnarlo a un bancomat nelle vicinanze. Lì, l’atleta, ormai consapevole della trappola, preleva i 200 euro e li consegna all’estorsore, sperando di liberarsi di lui.
Ma la scena non è passata inosservata ai carabinieri del Comando di Piazza Venezia, che da tempo monitorano le attività dei truffatori in centro. Gli agenti in borghese sono intervenuti proprio mentre Sandu e i suoi complici cercavano di allontanarsi. Fermato, il 52enne ha ammesso tutto e restituito il denaro al giocatore croato. È stato arrestato per truffa ed estorsione, mentre i sei complici, tra cui due donne, sono stati denunciati a piede libero.
Secondo i carabinieri, la pattuglia era in zona nell’ambito di un servizio mirato contro i truffatori delle tre carte e delle campanelle, che continuano ad agire soprattutto nelle aree turistiche. «Dall’inizio dell’anno a settembre abbiamo deferito circa 120 persone solo come Arma dei Carabinieri per questo tipo di reato», ha spiegato il capitano Corina Lanza, comandante della stazione di Piazza Venezia.
Il fenomeno, sottolinea Lanza, non riguarda solo Roma, ma tutte le grandi città d’arte europee: da Parigi a Barcellona, dove i truffatori operano con metodi analoghi, spesso vantandosi sui social dei loro “colpi”. Oggi i “pali” non comunicano più con segnali manuali o fischi, ma utilizzano cellulari e auricolari per coordinarsi a distanza e sfuggire ai controlli.
A Roma, tuttavia, la sorveglianza resta costante. La collaborazione tra forze dell’ordine, residenti e associazioni di commercianti ha permesso di identificare numerosi gruppi e arginare un fenomeno che danneggia l’immagine della città e i turisti. Questa volta, almeno, la prontezza dei militari ha permesso di fermare l’estorsore in flagranza, restituendo giustizia a una vittima d’eccezione e ponendo fine all’ennesimo inganno ai piedi della Fontana di Trevi.