
Roma, smantellata centrale dello spaccio: 18 arresti

Una vasta operazione dei Carabinieri della Compagnia Roma Centro ha messo fine alle attività di una struttura criminale radicata tra San Basilio e il cuore della movida romana. La base logistica era in periferia, ma la droga arrivava fino a piazza del Fico e piazza Navona, due dei luoghi più frequentati del centro storico. Secondo gli investigatori, al vertice dell’organizzazione c’era Alessio Capogna, cugino dei noti pentiti Simone e Fabrizio Capogna. L’indagine è collegata anche al processo sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, storico leader ultras della Lazio. Con l’arresto di 18 persone, è stato smantellato un gruppo capace di rifornire clienti di ogni età ed estrazione sociale, con un sistema operativo degno di un’azienda ben strutturata.
Le 18 misure cautelari emesse dal gip riguardano 8 arresti in carcere e 10 misure meno restrittive, come domiciliari e obbligo di firma. L’organizzazione era specializzata nello spaccio di cocaina e crack, operando anche attraverso un delivery a domicilio con auto o scooter a noleggio. L’indagine è iniziata all’inizio del 2023, quando i militari hanno notato un sospetto via vai tra piazza del Fico e piazza Navona, coordinato da un pusher settantenne molto noto nel centro. Attraverso pedinamenti e intercettazioni, è stato individuato il cosiddetto gruppo “Lele”, promosso e gestito da Alessio Capogna, il quale aveva costruito una struttura gerarchica capace di operare 24 ore su 24.
L’organizzazione prevedeva ruoli precisi: centralinisti raccoglievano gli ordini via messaggi, smistandoli ai pusher in zona. Gli spacciatori, spesso clienti fidelizzati arruolati con veri e propri “annunci di lavoro”, ricevevano uno stipendio da 150 a 300 euro al giorno, oltre all’assistenza legale in caso di arresto. Le consegne avvenivano su appuntamento, oppure in punti fissi come parcheggi di supermercati nella zona nord-est di Roma. Le dosi avevano nomi in codice – “cotta” (crack), “cruda” (cocaina), “piccolo” (0,2 grammi), “big” per quantità maggiori – e venivano promosse con offerte speciali attraverso piattaforme digitali. Tra i clienti, anche un dipendente Ama, che durante l’orario di lavoro organizzava incontri con i pusher. Ogni sera, i profitti – che arrivavano fino a 5.000 euro al giorno – venivano consegnati al braccio destro di Capogna. Un sistema efficiente, smantellato solo grazie a un’operazione investigativa meticolosa.