
Roma, scuola: cento docenti per insegnare italiano agli alunni stranieri

Sempre più spesso, nelle aule italiane, i docenti si trovano a spiegare lettere e numeri ad alunni che non conoscono ancora bene la lingua italiana. Un fenomeno in crescita, legato all’aumento degli studenti con background migratorio, soprattutto nelle grandi città come Roma. Per affrontare questa sfida, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di introdurre, a partire da settembre, una nuova figura di potenziamento linguistico destinata agli alunni stranieri.
Il progetto prevede l’arrivo di 937 insegnanti distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una concentrazione maggiore nelle regioni dove la presenza di studenti stranieri è più alta. La Lombardia ne riceverà 182, mentre il Lazio sarà la seconda regione con 99 docenti, pari al 9,1% del totale. In particolare, 93 di questi saranno destinati alle scuole medie e 6 alle superiori. Fino ad oggi, i docenti della classe di concorso A23, specializzati nell’insegnamento dell’italiano per stranieri, erano impiegati solo nei Centri per l’istruzione degli adulti. Con questa novità, invece, entreranno direttamente nelle scuole, affiancando gli insegnanti curricolari.
Il criterio stabilito dal decreto è chiaro: le figure di potenziamento saranno assegnate alle classi in cui gli alunni stranieri senza competenze linguistiche di base superano il 20% degli iscritti. L’obiettivo è evitare che gli studenti rimangano indietro, con il rischio di abbandonare precocemente gli studi. «È inutile lamentarsi del fatto che ci sono bambini di origine straniera che non parlano italiano, bisogna agire. Ora con insegnanti specifici si mettono i ragazzi nelle condizioni di seguire lezioni in classe come i loro compagni», ha dichiarato Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma.
La Capitale rappresenta un osservatorio privilegiato: nel V municipio, gli alunni stranieri costituiscono il 22,9% della scuola primaria, nel VI municipio il 22,3%, mentre nell’XI si arriva al 19%. Percentuali simili si registrano nelle scuole medie degli stessi territori, con quasi un alunno su cinque di origine straniera. Al contrario, nel II municipio la quota si ferma all’8%. Una distribuzione disomogenea che rende evidente la necessità di un intervento mirato.
Con questo provvedimento, il ministero punta a garantire maggiore inclusione e pari opportunità, contrastando disuguaglianze che rischiano di tradursi in esclusione sociale. L’arrivo dei nuovi docenti rappresenta quindi non solo un supporto didattico, ma anche uno strumento di coesione fondamentale per il futuro delle scuole italiane.