
Roma, Raoul Bova ascoltato dai pm sul caso degli audio privati rubati

Lo scandalo legato alla diffusione degli audio privati di Raoul Bova e della modella Martina Ceretti si arricchisce di nuovi sviluppi giudiziari. L’attore, ascoltato in procura a Roma dal pm Eliana Dolce come persona offesa, ha raccontato di essere stato vittima di pressioni e ricatti, culminati nella pubblicazione dei file da parte di Fabrizio Corona nella trasmissione “Falsissimo”.
«Sono rimasto sconvolto, perché le minacce sono diventate realtà», ha dichiarato Bova, spiegando di non essersi lasciato intimidire. «Ho detto che non mi sarei piegato», ha aggiunto, ribadendo di aver denunciato immediatamente le pressioni ricevute.
Al centro dell’inchiesta c’è l’imprenditore Federico Monzino, ex amico della Ceretti, ora indagato per tentata estorsione. Monzino avrebbe fatto da tramite nella consegna dei materiali a Corona. Inizialmente aveva dichiarato che i file erano stati inviati con il consenso della modella, salvo poi cambiare versione, sostenendo che fossero stati sottratti senza autorizzazione.
La posizione di Martina Ceretti, 23 anni, resta al vaglio della Procura, anche se al momento la giovane non è indagata. Lei stessa avrebbe ammesso di aver condiviso con l’amico alcuni stralci delle conversazioni, ma in buona fede.
Tutto sarebbe partito da un messaggio anonimo ricevuto da Bova lo scorso luglio, inviato da un numero spagnolo. «Se mi vieni incontro blocchiamo tutto. Per il tuo matrimonio, per il tuo lavoro, altro che Don Matteo», si leggeva nel testo, che conteneva anche la minaccia di consegnare i file a Corona.
Bova ha rifiutato qualsiasi pagamento, affermando di non avere nulla da nascondere. Pochi giorni dopo, gli audio sono stati effettivamente diffusi. L’attore ha poi presentato un ricorso al Garante della privacy, denunciando la circolazione «illecita, fraudolenta, virale e scellerata» dei file, arrivati fino a piattaforme come TikTok, YouTube, X e persino a brand come Ryanair e Napoli Calcio.
Fabrizio Corona, da parte sua, ha raccontato di aver ricevuto gli audio proprio da Monzino. «All’inizio non mi interessavano, ma poi mi sono reso conto che avevano valore e li ho usati», ha dichiarato l’ex re dei paparazzi. Monzino, invece, ha risposto con fermezza su Instagram: «Prendo le distanze dalla ricostruzione di Corona e dalla sua accusa nei miei confronti di una presunta estorsione. Ho già informato i miei legali». L’inchiesta ora prosegue per chiarire la catena di responsabilità dietro la vicenda che ha travolto l’attore, trasformando uno scambio privato in un caso mediatico nazionale.