
Roma, per lo stupratore di Tor Tre Teste Salvini invoca la castrazione chimica

La vicenda dello stupro avvenuto nel parco di Tor Tre Teste a Roma ha riacceso il dibattito politico su sicurezza e immigrazione. Il leader della Lega e vicepresidente del Consiglio ha commentato: «Gambiano, clandestino, drogato. Prima rapina e poi stupra una donna di 60 anni. La Lega continua a ritenere che, per pedofili e stupratori, la castrazione chimica sia la soluzione (già sperimentata in numerosi altri Stati, anche da governi di sinistra) per evitare che ricommettano la violenza più terribile che donne e bambini possano subire». Anche Fratelli d’Italia è intervenuta per voce del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che ha rilanciato la necessità di applicare il “modello Caivano” nei quartieri più degradati della Capitale: «Tolleranza zero contro degrado, spaccio, violenza e clandestinità. Al Quarticciolo c’è chi ostacola questo modello per ragioni elettorali, chiudendo gli occhi davanti all’illegalità».
In realtà il gambiano di 26 anni, accusato dello stupro avvenuto domenica 24 agosto e riconosciuto dalla vittima come l’autore dell’aggressione, si trovava in Italia da quasi dieci anni e lavorava come manovale con contratto a tempo indeterminato in una ditta di Guidonia. In un primo momento si era diffusa la notizia che fosse irregolare, ma i carabinieri hanno chiarito che era in possesso di un permesso di soggiorno per lavoro, ottenuto nel 2023 dopo la concessione della protezione internazionale. Formalmente residente ad Anzio, viveva in realtà a Nettuno presso un amico.
Secondo la denuncia della vittima, una donna di 60 anni, l’uomo l’avrebbe prima rapinata del cellulare e poi violentata dopo averla scaraventata a terra, mentre portava a spasso il cane alle prime luci dell’alba. L’arresto è arrivato grazie a indagini serrate e all’analisi delle telecamere di sorveglianza nella zona. Prima dell’aggressione, l’uomo avrebbe acquistato della droga al Quarticciolo, quartiere indicato come area critica per degrado e spaccio.
Il caso riporta in primo piano il tema del controllo del territorio nelle zone periferiche di Roma. Rampelli ha sottolineato che il governo ha già stanziato fondi per la riqualificazione urbana e per potenziare le telecamere di videosorveglianza, strumenti ritenuti fondamentali per garantire maggiore sicurezza. «Il boicottaggio delle amministrazioni locali è inaccettabile: i cittadini hanno diritto a vivere serenamente e onestamente», ha aggiunto. L’episodio di Tor Tre Teste, avvenuto in un’area già segnalata come isolata e poco sorvegliata, rilancia dunque la discussione sulle strategie da adottare per contrastare degrado, violenza e criminalità nelle periferie romane.