
Roma, nuove zone rosse: i cittadini ora le invocano contro degrado e criminalità

A Roma cresce il consenso popolare sulle zone rosse, o meglio aree a tutela rafforzata. Quelle che inizialmente erano state contestate e perfino oggetto di ricorsi amministrativi, oggi sono diventate una delle misure più invocate dai cittadini. A confermarlo è il prefetto Lamberto Giannini: «All’inizio le contestavano, ora i cittadini le invocano». Il fenomeno riguarda tanto le periferie quanto il cuore del centro storico, con un numero crescente di richieste che arrivano ai tavoli tecnici di coordinamento della Prefettura.
Dai comitati di quartiere arrivano in media quindici richieste al mese di nuove zone rosse. I cittadini invocano controlli straordinari, più forze dell’ordine, applicazione di daspo urbani e decoro. Le zone più esposte vanno da Don Bosco al Quadraro, dalla Magliana al Corviale, fino a Centocelle. Ma il fenomeno non risparmia il centro: l’Associazione dei commercianti di Trevi denuncia di essere sotto assedio di bande di borseggiatori organizzati, che si spartiscono strade e piazze. «Abbiamo bisogno di presidi fissi delle forze dell’ordine, come a Termini ed Esquilino – spiegano dall’Associazione – perché i controlli ordinari non bastano».
Le ordinanze istitutive delle zone rosse prevedono l’allontanamento e il divieto di accesso per soggetti segnalati, pregiudicati o ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica. L’obiettivo è chiaro: restituire spazi urbani sicuri ai cittadini, contrastando degrado e microcriminalità. Secondo la Prefettura, lo strumento è utile a migliorare la vivibilità di aree verdi, zone pedonali e piazze teatro di spaccio o risse. Non a caso, associazioni come “Luce Sia”, attiva nei quartieri a est della Capitale, chiedono l’estensione delle misure a Cinecittà, largo Spartaco, largo Appio Claudio, via Stilicone e Quarticciolo.
Tra le zone più critiche emerge piazza dei Consoli, epicentro di spaccio, risse tra latinos, italiani e bengalesi e di una movida incontrollata. «Il territorio è troppo denso di popolazione e troppo ampio per proseguire con interventi ordinari», denuncia la presidente Tiziana Siano. Da qui la proposta di rafforzare i pattuglioni interforze con polizia, carabinieri e finanza e di introdurre zone rosse stabili. Inoltre, sul modello di piazza Vittorio, è stata avanzata l’ipotesi di recintare piazza dei Consoli con cancellate per limitare degrado e violenze.
Un riferimento positivo arriva proprio dalle aree di Termini ed Esquilino, dove la creazione delle zone rosse, unita a una presenza costante delle forze dell’ordine, ha portato a una sensibile riduzione di episodi di microcriminalità e a un miglioramento percepito della sicurezza da parte di residenti e commercianti. A rafforzare l’efficacia di questo strumento ci sono anche i numeri: da gennaio a oggi sono stati emessi oltre 300 daspo urbani nella Capitale, con particolare concentrazione nelle zone di maggiore criticità come la stazione Termini, piazza Vittorio e il Pigneto. Misure che, secondo la Prefettura, hanno permesso di allontanare persone violente o moleste e di liberare spazi pubblici restituiti ai cittadini.