
Roma, Mezzocammino ostaggio della babygang, tra minacce e rapine

Un gruppo di giovanissimi, armati di coltelli e minacce, sta seminando il panico tra gli adolescenti di Mezzocammino, alla periferia sud di Roma. Il teatro delle aggressioni è piazza Guido Crepax, cuore commerciale del quartiere e punto di ritrovo per i ragazzi, trasformato ormai in luogo di paura.
Le vittime hanno tra i 12 e i 14 anni e vengono derubate di soldi, cellulari, monopattini e persino delle scarpe da ginnastica. In alcuni casi i malviventi si presentano come affiliati a clan criminali. «Dammi i soldi o ti accoltello, sono uno degli Spada», ha gridato uno degli aggressori a un tredicenne, costringendolo a consegnare pochi euro.
La comunità del quartiere è sconvolta. Il padre di uno dei ragazzi rapinati racconta: «Mio figlio ha 13 anni e da quando è stato aggredito insieme a due suoi amici non vuole più uscire di casa. Lo hanno spintonato e minacciato dicendo che erano del clan Spada». Un altro genitore riferisce di un episodio simile, in cui suo figlio è tornato a casa scalzo dopo aver consegnato le sneakers sotto la minaccia di un coltello: «Da quella sera non è più uscito, ha paura di incontrarli di nuovo. Siamo preoccupati perché questi ragazzi arrivano da altri quartieri e da realtà criminali difficili».
Le aggressioni, avvenute soprattutto durante l’estate, hanno reso l’area insicura per i più giovani. I genitori, esasperati, hanno creato canali social per segnalare episodi e allertare le famiglie. Il presidente del comitato di quartiere, Francesco Aurea, al Messaggero conferma l’emergenza: «Le incursioni arrivano da gruppi di ragazzi di Acilia, Ostia, Dragona e Vitinia. La situazione è delicata perché le denunce sono contro ignoti, il che rende complicate le indagini».
L’obiettivo, spiega, è innalzare il livello di sicurezza attraverso nuove misure concrete: «Chiediamo l’installazione di telecamere di videosorveglianza, che in questi casi potrebbero rappresentare un deterrente contro le aggressioni e le rapine».
Il fenomeno appare organizzato e ripetitivo, con dinamiche da vera e propria baby gang, capace di sfruttare il vuoto di controllo nelle aree frequentate dai giovanissimi. Intanto la paura cresce e le famiglie chiedono interventi urgenti per restituire tranquillità al quartiere.