
Roma Mezzocammino, è allarme babygang per furti e aggressioni

Il cuore pulsante di Mezzocammino, quartiere della periferia sud di Roma, è diventato teatro di una crescente emergenza legata al fenomeno delle baby gang. In particolare, la situazione è degenerata in piazza Guido Crepax, punto di ritrovo per adolescenti e famiglie, dove si sono verificati episodi di aggressioni e furti con un allarmante aumento negli ultimi mesi. Il primo episodio noto risale a giugno, quando un ragazzo è stato accerchiato, picchiato e derubato del cellulare. Da allora, altri due casi simili sono stati segnalati, con un copione che si ripete: i giovani vengono avvicinati mentre sono soli, aggrediti e depredati.
«La piazza è diventata un punto di incontro per ragazzi anche dei quartieri limitrofi, ma la situazione sta sfuggendo di mano», denuncia al quotidiano Il Messaggero Francesco Aurea, presidente del comitato di quartiere Mezzocammino. La preoccupazione cresce, alimentata da risse tra comitive e atti vandalici contro arredi e locali pubblici.
Aurea chiede l’installazione urgente di sistemi di videosorveglianza e un maggior presidio delle forze dell’ordine nelle ore serali: «Quando chiamiamo la polizia, appena si sparge la voce, scatta il fuggi fuggi generale. Ma non possiamo rassegnarci a lasciare il quartiere in balìa di bande violente». La richiesta di interventi concreti arriva anche dalle famiglie. «Dico sempre a mio figlio di non allontanarsi dagli amici. Ma non possiamo tenerli chiusi in casa per paura», racconta Roberta Franceschini, madre di un quindicenne.
Nel frattempo, attraverso chat di quartiere e canali social, i residenti si scambiano segnalazioni e aggiornamenti in tempo reale, nel tentativo di auto-organizzarsi per la sicurezza.
La situazione a Mezzocammino non è un caso isolato. Lo scorso febbraio, la Polizia ha condotto una maxi operazione che ha portato all’identificazione di 200 giovanissimi coinvolti in attività illecite in diversi quartieri della città: da Testaccio a San Lorenzo, passando per l’Ostiense. Sono stati scoperti 600 profili social con contenuti violenti, usati per coordinare raduni e sfide tra bande, anche in aree centrali e ben frequentate.
Come sottolineano gli investigatori, «gli atteggiamenti violenti non sono limitati alle zone degradate, ma si verificano anche in contesti urbani commerciali e apparentemente tranquilli». Proprio come sta accadendo a piazza Crepax, divenuta improvvisamente emblema di una problematica che coinvolge l’intera città: l’emergere di gruppi di adolescenti violenti, che usano la piazza come terreno di scontro.