
Roma, mediazione fallita: continua l’occupazione al liceo Newton

Nelle scuole romane, il fenomeno delle occupazioni scolastiche non accenna a fermarsi, alimentando tensioni tra studenti e dirigenze. Un esempio emblematico è il liceo scientifico Newton, dove gli studenti occupano la sede succursale dal 9 dicembre. La dirigenza aveva chiesto di riaprire per consentire le pulizie e lo svolgimento dell’open day, ma l’accordo è saltato, e l’istituto rimarrà chiuso almeno fino a lunedì. Sul tavolo delle contrattazioni ci sono non solo i temi politici, ma anche questioni pratiche, come l’annullamento dei viaggi d’istruzione. Nonostante qualche apertura da parte della scuola, gli occupanti non cedono, organizzando attività come dj set e proiezioni di partite, che mantengono vivo lo spirito della protesta. Anche se più che una protesta, l’occupazione sembra un pretesto per fare baldoria evitando di doversi impegnare a studiare.
Le occupazioni non si limitano al Newton. Al liceo Morgagni, studenti e collettivi organizzano serate, pranzi sociali e proiezioni sportive, trasformando le aule in spazi di aggregazione. Al Manara, i tentativi di mediazione di genitori e docenti per trasformare l’occupazione in autogestione non hanno prodotto risultati. Le scuole rimangono simboli di un malessere che gli studenti esprimono con azioni sempre più visibili, nonostante i rischi di sanzioni disciplinari e le tensioni con i docenti.
Dove le occupazioni sono terminate, emerge la necessità di fare i conti con i danni. Al liceo Virgilio, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha denunciato atti vandalici gravi, tra cui banchi e armadi bruciati. Situazioni simili si registrano al Visconti, con lavagne e computer danneggiati. Gli studenti, in alcuni casi, si sono assunti la responsabilità, come al Virgilio, dove i collettivi hanno avviato una raccolta fondi per risarcire i danni, dichiarando il loro impegno a rimediare e a riconquistare la fiducia del corpo docente. Tuttavia, l’episodio solleva interrogativi sulla gestione delle proteste e sul fragile equilibrio tra diritto alla protesta e rispetto per gli spazi pubblici.