
Roma, il gestore di Phica.eu interrogato dalla polizia: nega le estorsioni

Prosegue l’inchiesta sul sito sessista Phica.eu, al centro dello scandalo delle foto rubate e pubblicate online con insulti e commenti volgari. Gli inquirenti hanno identificato come presunto amministratore Vittorio Vitiello, 45enne originario di Pompei e residente a Scandicci, titolare di una piccola società dal 2023. A portare alla sua individuazione ha contribuito anche la denuncia del sindaco di Firenze Sara Funaro, finita tra le vittime insieme ad altre esponenti politiche.
Non era la prima volta che Vitiello finiva sotto la lente degli investigatori: già nel 2019 erano emersi collegamenti con server stranieri, uno russo e uno cinese, utilizzati per attività simili. Avrebbe agito dietro i nickname “Phica master” e “Boss miao”, mascherando così la sua identità.
Secondo quanto trapelato dalla procura di Roma, tra i reati ipotizzati figurano diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, diffamazione ed estorsione. Proprio quest’ultima accusa ha trovato riscontro nelle testimonianze di alcune vittime: una donna ha raccontato di essere stata contattata dal sito con la richiesta di 1.000 euro al mese per ottenere la rimozione di contenuti sensibili.
Inoltre, ad alcuni utenti registrati – il portale contava circa 38 mila iscritti – sarebbe stato chiesto un contributo per cancellare il loro profilo. È stato persino rinvenuto un manuale che spiegava come scattare foto di nascosto. Sul sito, intanto, i contenuti sono stati rimossi ma restano pop-up pornografici. Gli amministratori hanno pubblicato un avviso sostenendo di aver messo a disposizione delle autorità log e informazioni, negando ufficialmente l’accusa di estorsione.
Il sindaco Sara Funaro ha ribadito il suo impegno in prima persona: «Ho sporto denuncia non solo per me ma per tutte le donne. Invito tutte a farlo quando accadono episodi simili. Denunciate, non tacete».
Anche l’Unione Nazionale Camere Civili ha espresso forte preoccupazione: «Esiste una rete sotterranea e ramificata di gruppi analoghi nei quali la violenza digitale si perpetua ogni giorno, alimentata dall’anonimato e dall’assenza di cultura del rispetto. Chiediamo alle istituzioni e alle piattaforme digitali un impegno concreto».
La vicenda di Phica.eu riporta al centro del dibattito il tema della violenza digitale e della protezione delle vittime online. Non si tratta solo di un caso isolato, ma di un fenomeno radicato che si alimenta attraverso l’anonimato e la mancanza di regole chiare nel mondo digitale.
Le indagini proseguono: la polizia postale sta lavorando a stretto contatto con la procura per acquisire prove e verificare le responsabilità. Se le accuse di estorsione venissero confermate, per il presunto amministratore del sito si aprirebbero scenari giudiziari molto pesanti.