
Roma, furto “misterioso” a casa del corrispondente di La Croix

Un colpo misterioso a Roma ha scosso la comunità giornalistica internazionale. L’appartamento del corrispondente del quotidiano francese La Croix, situato in via Piccolomini, è stato preso di mira dai ladri mentre il giornalista era in vacanza in Francia con la moglie e la figlia. Tornato domenica, ha trovato la casa «a soqquadro», con armadi divelti, quadri spostati e lo studio – condiviso con la moglie architetto – devastato. Il bottino ammonterebbe a circa mille euro in gioielli e contanti, ma soprattutto due computer e una chiavetta Usb contenente materiale riservato.
Secondo la vittima, i dispositivi portati via contenevano documenti e numeri di telefono legati a cardinali e politici francesi. Fortunatamente, il tablet con i file più delicati è rimasto in casa, anche se inizialmente sembrava sparito tra la confusione. «Nei computer e nella chiavetta c’è comunque materiale sensibile», ha dichiarato il corrispondente, sottolineando la possibilità di utilizzo illecito delle informazioni. Lo scenario che teme è quello dei furti di identità: dalle auto intestate a ignari cittadini e usate per traffici illeciti, fino all’accesso a conti online e piattaforme protette.
Immediato l’intervento della polizia e della Scientifica, chiamate dal giornalista appena scoperto il furto. I rilievi hanno confermato che i ladri hanno avuto accesso forzando la porta finestra dello studio. Secondo la ricostruzione, l’intrusione sarebbe avvenuta tra il 28 e il 30 agosto. Restano però molti dubbi: il portiere del palazzo ha assicurato di non aver notato nulla di insolito, né rumori né movimenti sospetti, mentre i condomini riferiscono che negli ultimi anni non si erano registrati furti nella zona.
Il giornalista ha riferito che i ladri potrebbero aver tentato di introdursi anche nell’appartamento del vicino, circostanza ancora da verificare. Al momento, l’unica certezza è che i computer e la chiavetta Usb sono finiti in mani sconosciute e potenzialmente pericolose. «So bene come funzionano queste cose, i dati personali sono un obiettivo prezioso per la criminalità», ha commentato con amarezza. Non essendoci sistemi di allarme né videocamere interne, le indagini puntano ora sulle telecamere di edifici e negozi vicini per individuare gli autori del furto.