
Roma, folle rissa tra bande rivali al Pronto soccorso del Pertini

Una nuova notte di violenza e panico ha travolto l’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove intorno alle 3.30 della notte tra martedì e mercoledì il pronto soccorso si è trasformato in un teatro di scontri tra gruppi rivali, con urla, minacce e danni a strutture e materiali sanitari. L’episodio, denunciato dal Nursind, il sindacato degli infermieri, ha costretto il personale a sospendere le attività assistenziali nella Sala Rossa e a mettere in sicurezza i pazienti, mentre l’intero reparto di emergenza è rimasto paralizzato per ore.
«Mancano protocolli efficaci in circostanze del genere», denunciano al quotidiano Il Messaggero Stefano Barone, segretario provinciale di Nursind Roma, e Carlo Torricella, referente per la Asl Roma 2. «La sicurezza è compromessa, serve il posto di polizia attivo 24 ore su 24». Secondo i dati forniti dal sindacato, le aggressioni al personale sanitario al Pertini sono cresciute del 135% tra il 2023 e il 2024, complice anche la funzione di hub sanitario per i detenuti di Rebibbia.
Il racconto dell’accaduto, documentato in una relazione inviata alla direzione sanitaria, parla chiaro. Alcune persone non registrate al triage hanno fatto irruzione nella sala d’attesa, affrontando con violenza un gruppo rivale presente per altri motivi. Il personale sanitario che ha tentato di riportare la calma è stato insultato e minacciato, mentre le sale del pronto soccorso venivano devastate: porte danneggiate, contenitori di rifiuti infetti lanciati, arredi distrutti.
«Ci hanno detto di farci i fatti nostri», riferiscono i testimoni. I pazienti sono stati rapidamente trasferiti in aree più sicure, ma i violenti hanno forzato le porte e fatto irruzione anche nella Sala Rossa, interrompendo le cure di emergenza. Solo l’intervento dei vigilantes e la successiva chiamata al 112 hanno posto fine alla rissa. Le forze dell’ordine, giunte in ritardo, hanno identificato i responsabili, che verranno denunciati per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.
L’accaduto riapre una ferita profonda nella sanità romana, già martoriata da tagli al personale e sovraffollamento. «Il personale sanitario ha lavorato in condizioni estreme, senza alcun supporto delle forze dell’ordine nonostante il presidio fisso promesso e mai attivato», ribadisce il Nursind.
L’ospedale Pertini non è nuovo a episodi del genere: già in passato si erano verificate aggressioni e tensioni, spesso legate alla presenza di detenuti o a situazioni di marginalità sociale. Questa volta, però, la gravità dell’evento ha interrotto l’intero servizio di emergenza, mettendo a rischio la vita di altri pazienti in attesa di cure.
La richiesta è chiara: garantire la presenza di un presidio di polizia 24 ore su 24, attivare protocolli di emergenza specifici e prevedere formazione mirata per il personale contro episodi di violenza. Perché un pronto soccorso deve essere un luogo di cura e protezione, non una zona di guerra.