
Roma, festeggia con donne e champagne mentre è ai domiciliari

Doveva scontare gli arresti domiciliari per sfruttamento della prostituzione, ma ha pensato bene di trasformare il suo appartamento alla Balduina in una sala feste, con tanto di candeline, champagne e musica da discoteca. Il protagonista, un uomo di 30 anni, ha così infranto ogni vincolo restrittivo, coinvolgendo persino un coimputato nello stesso procedimento penale. Quando gli agenti del commissariato Monte Mario si sono presentati per un controllo di routine, hanno trovato l’indagato intento a festeggiare con una decina di persone, tra cui alcune ragazze straniere. La scena ha fatto scattare l’inasprimento della misura cautelare: ora è recluso a Regina Coeli.
Convinto che i controlli della polizia fossero sempre e solo nel pomeriggio, il trentenne aveva organizzato la festa nella serata di lunedì, trasformando l’abitazione – che doveva essere luogo di detenzione – in un vero e proprio locale privato. Durante il blitz, gli agenti si sono trovati davanti a un rinfresco in pieno svolgimento, musica ad alto volume, bottiglie di champagne e dolci al caviale. «Siamo della polizia per un controllo, ci faccia salire», ha detto l’agente al citofono. Poco dopo, nell’appartamento, le forze dell’ordine si sono imbattute in un clima surreale: il festeggiato con la torta in mano, le ragazze che ballavano e il coimputato comodamente seduto sul divano.
Il trentenne ha tentato di minimizzare, «Offritevi una fetta di torta», ha detto agli agenti. Ma l’episodio, giudicato di una gravità assoluta, è stato subito segnalato al giudice di Sorveglianza, che ha disposto l’immediato trasferimento in carcere. La polizia gli ha dato il tempo di preparare una borsa, poi gli agenti lo hanno condotto a Regina Coeli.
L’uomo è coinvolto in una inchiesta sull’organizzazione di un giro di prostituzione che vede tra gli imputati diversi soggetti accusati di far arrivare ragazze appena maggiorenni dall’Est Europa per costringerle a vendersi. A carico del trentenne, il rischio di inquinamento delle prove e pericolo di fuga aveva già motivato l’assegnazione ai domiciliari. Ma non è la prima volta che il soggetto desta perplessità: tempo fa aveva chiesto al magistrato il permesso di ospitare in casa due diciottenni ucraine senza permesso di soggiorno, richiesta che aveva lasciato di stucco gli investigatori, vista la natura delle accuse che lo riguardavano.
Proprio per questo, il giudice aveva ordinato un rafforzamento dei controlli, che ha portato alla scoperta della festa. Un party di compleanno che si è trasformato in un biglietto di sola andata per il carcere.