
Roma, estorsione e minacce con daga nazista: condanna a 4 anni

Mauro Scarton, 52 anni, è stato condannato in appello a quattro anni e dieci mesi per estorsione, stalking e lesioni. Il romano, noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di precedenti, utilizzava una daga nazista di 44 centimetri, con l’elsa decorata con svastica e aquila, per intimidire le sue vittime. La sua attività criminale consisteva nel far occupare illegalmente alloggi Ater vuoti nella zona del Gazometro, pretendendo poi 200 euro al mese come affitto dai malcapitati. Quando i pagamenti non arrivavano, Scarton non esitava a usare la violenza, come accaduto il 27 giugno 2023, quando colpì al volto un amico di una delle sue vittime, procurandogli gravi ferite al naso e una prognosi di 25 giorni. Già condannato in primo grado a cinque anni, la pena è stata ridotta in appello per l’assorbimento di uno dei capi d’accusa di stalking nel reato di estorsione.
Le indagini sono partite dall’aggressione del giugno 2023, quando gli agenti delle Volanti intervennero a piazza del Gazometro trovando Scarton ancora in possesso della daga insanguinata. La vittima, trasportata in ospedale, raccontò agli inquirenti delle minacce subite e dell’affitto imposto dal 52enne per un ex ristorante in via Caboto, di proprietà del Comune di Roma. La struttura, un seminterrato con bagni chimici e piccole finestre, veniva affittata abusivamente da Scarton per 50 euro a settimana. Dopo il mancato pagamento di una rata, l’uomo iniziò a perseguitare il suo inquilino, presentandosi anche di notte per riscuotere i soldi. L’aggressione avvenne quando un amico della vittima tentò di intervenire, finendo col volto fratturato. Nonostante l’episodio, Scarton non fu subito arrestato, ma il Riesame ne dispose la custodia cautelare pochi mesi dopo.
Le minacce continuarono anche dopo la denuncia. Una delle vittime riuscì a registrare con il cellulare le intimidazioni di Scarton, che prometteva ritorsioni per aver allertato le forze dell’ordine: «Ti caccio via di casa, sei un infame. La prossima volta ti accoltello». La situazione degenerò un mese dopo, quando Scarton affrontò nuovamente l’amico della sua vittima romena, ordinandogli di ritirare la denuncia sotto la minaccia di un coltello. Il malcapitato riuscì a fuggire in auto, ma le persecuzioni non cessarono. «Temo per la mia vita e la mia incolumità», dichiarò agli inquirenti. Scarton, già con sette condanne definitive alle spalle per reati come rissa, porto d’armi, spaccio ed evasione, si era affermato nel quartiere come punto di riferimento per occupazioni abusive, trasformando la disperazione dei più deboli in una fonte di guadagno.