
Roma, è allarme badanti: troppi anziani e pochi assistenti
Nella Capitale cresce il bisogno di assistenza familiare, ma mancano i lavoratori. Secondo il dossier di Nuova Collaborazione realizzato dal Centro Einaudi, a Roma i badanti sono saliti da 28.890 a 32.403 in dieci anni, mentre gli altri lavoratori domestici – addetti alle pulizie o alla cucina – sono crollati da 92.514 a 71.533. Una crescita che non basta però a coprire la domanda di una città dove gli over 65 superano il 25% della popolazione, pari a 638 mila persone. I non autosufficienti sarebbero almeno 67 mila, più del doppio dell’offerta disponibile.
Il fenomeno conferma una tendenza ormai strutturale: Roma è una delle città italiane con il più alto rapporto tra famiglie e lavoratori domestici, in un contesto in cui la cura degli anziani è sempre più affidata al lavoro privato. Nel Lazio, secondo il rapporto Censis-Assindatcolf 2025, si contano circa 7 badanti ogni 100 persone sole con più di 60 anni.
L’età media dei lavoratori domestici, in costante aumento, ha superato i 51 anni, e solo il 9% ha meno di 35 anni. A Roma questo dato è ancora più marcato: molte lavoratrici straniere – in gran parte provenienti da Romania, Ucraina e Filippine – restano in attività anche oltre l’età pensionabile. Allo stesso tempo cresce la presenza di uomini, soprattutto tra i badanti conviventi, impiegati in assistenze che richiedono forza fisica e orari prolungati. Una trasformazione che segna l’avvio di una timida diversificazione di genere in un settore tradizionalmente femminile.
Accanto alla carenza di personale, le famiglie devono affrontare anche il problema dei costi. Regolarizzare un contratto domestico è spesso difficile, e secondo i dati del dossier oltre la metà dei rapporti di lavoro (51,8%) avviene in nero. Solo una minoranza rispetta pienamente gli obblighi contributivi, mentre il 70% dei rapporti nasce da canali informali. Una precarietà che danneggia sia i lavoratori – privi di tutele – sia le famiglie, esposte a rischi legali e a un’assistenza spesso non professionale.
A fine 2024 è stato rinnovato il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, che interessa oltre centomila lavoratori a Roma. L’accordo prevede un adeguamento automatico delle retribuzioni legato al costo della vita, con il coefficiente passato dall’80% al 90% dell’indice Istat. «Con questo accordo abbiamo voluto coniugare la dignità economica e la sostenibilità per le famiglie che ogni giorno assicurano assistenza ai più fragili», ha spiegato Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione.
La figura del badante resta oggi il pilastro del welfare familiare romano, ma la sfida è duplice: garantire regolarità e diritti ai lavoratori e, al tempo stesso, creare nuovi modelli di cura sostenibili e innovativi per una popolazione che continua a invecchiare.