
Roma, commemorazione ad Acca Larenzia: indagini della Digos

Si è svolta l’altro ieri la tradizionale commemorazione per le vittime della strage di Acca Larenzia, avvenuta il 7 gennaio 1978. Nella via dove furono uccisi i giovani Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, oltre a Stefano Recchioni, deceduto durante gli scontri successivi con le forze dell’ordine, circa 1300 persone si sono radunate per ricordare l’eccidio perpetrato da un commando armato di estrema sinistra. Alla cerimonia organizzata da CasaPound Italia, i partecipanti hanno risposto agli ordini dello speaker Gianluca Iannone, presidente del movimento, alzando per tre volte il braccio destro nel saluto romano. Tra abbigliamento scuro, giubbini stile bomber e un’organizzazione militare, la manifestazione si è svolta in modo ordinato fino al segnale di “rompete le righe”. La Digos di Roma, presente sul posto, ha ripreso la scena per avviare accertamenti sulle condotte apologetiche legate al fascismo.
Le indagini si concentrano su trentuno membri di CasaPound, compreso Iannone, già oggetto di un’inchiesta della Procura di Roma per violazione delle leggi Scelba e Mancino. A dicembre è stato notificato loro l’avviso di conclusione delle indagini, e ora rischiano il processo per aver trasformato una commemorazione in un atto rievocativo del fascismo. Secondo la pm Lucia Lotti, la contestualizzazione di gesti e simboli in una manifestazione strutturata in modo simile a una falange militare configura un richiamo a quel periodo storico, superando le precedenti interpretazioni giurisprudenziali che vedevano nel saluto fascista un semplice gesto commemorativo. Alla cerimonia, oltre ai militanti italiani, erano presenti delegazioni di estrema destra provenienti da Ungheria e Francia, e quest’anno non si sono registrate le divisioni interne tra CasaPound e Forza Nuova come accaduto nel 2024.
La commemorazione è stata accompagnata da imponenti misure di sicurezza. La zona dell’Appio Tuscolano è stata blindata per prevenire scontri, e i negozi nelle vicinanze hanno chiuso in via precauzionale. In parallelo, sull’Appia Nuova si è svolto un contro-presidio antifascista organizzato da gruppi autonomi e studenti, concluso senza incidenti. L’unico momento di tensione si è verificato quando un’inquilina di un palazzo accanto alla vecchia sezione Msi ha fatto risuonare “Bella ciao” dalla sua finestra, senza però provocare reazioni violente. La rimozione della targa commemorativa di Stefano Recchioni da parte del Comune di Roma, avvenuta nei giorni scorsi e poi ripristinata, ha acceso ulteriori polemiche. La divisione sull’argomento ha impedito al presidente della Regione, Francesco Rocca, e al Comune di commemorare insieme l’anniversario, durante la cerimonia istituzionale della mattina.