
Roma, blitz nelle celle di Regina Coeli: rinvenuti cellulari, armi e droga

Un vero e proprio arsenale nascosto è stato scoperto nel carcere romano di Regina Coeli, durante una perquisizione straordinaria condotta lunedì dagli agenti della polizia penitenziaria. Nel corso dei controlli, che hanno interessato in particolare le sezioni III e VI, i poliziotti hanno sequestrato decine di armi rudimentali, tra cui punteruoli e coltelli ricavati da oggetti comuni come spazzolini da denti. Le lame improvvisate erano state occultate dietro le mattonelle dei bagni, nei materassi e in altri nascondigli. Oltre alle armi, sono stati rinvenuti 20 telefoni cellulari, usati dai detenuti per comunicare con l’esterno e gestire traffici illeciti, oltre a droga di ogni genere. Alcuni reclusi hanno tentato di opporsi violentemente alle perquisizioni, ma la prontezza degli agenti ha evitato che la situazione degenerasse in una rivolta.
A rendere nota l’operazione è stato il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), che ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal personale nonostante le difficoltà. «Gli agenti, pur tra piano ferie e cronica carenza di personale, riescono a garantire l’ordine e la sicurezza negli istituti», si legge nella nota diffusa dall’organizzazione. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha ribadito l’importanza del ruolo sociale del corpo, ma anche la necessità di interventi immediati: «Rispetto al passato, l’attuale governo e l’amministrazione penitenziaria hanno mostrato maggiore sensibilità, ma ora servono atti concreti, urgenti e coraggiosi».
Il sindacato torna a chiedere la dotazione di armi non letali per la polizia penitenziaria, citando in particolare i flash ball, fucili che sparano proiettili di gomma, già in uso in Francia, e i bola wrap, dispositivi che lanciano lacci per bloccare le gambe, già sperimentati da alcune polizie locali italiane. A sostegno di questa richiesta si è espresso anche Massimo Costantino, segretario generale della Fns Cisl Lazio, che ha definito la situazione di Regina Coeli «inammissibile». Oltre a un incremento di personale, Costantino ha sollevato il tema della gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, sottolineando come la sorveglianza a vista non possa gravare sugli agenti ma debba essere garantita da una vigilanza medica h24.
Un blitz che, ancora una volta, mette in luce la fragilità del sistema penitenziario romano, stretto tra emergenze di sicurezza, carenze strutturali e la necessità di garantire condizioni di lavoro adeguate agli agenti.