
Roma, blitz contro Leonardo Spa: protesta per i rifornimenti di armi a Israele

Ieri mattina, due attivisti della campagna “Palestina Libera” hanno compiuto un’azione dimostrativa davanti alla sede di Leonardo Spa, nel quartiere Prati a Roma. Utilizzando un estintore carico di vernice rossa, hanno imbrattato l’ingresso dell’azienda, simbolo dell’industria italiana nel settore aerospaziale e della difesa, per denunciare il suo ruolo nei rifornimenti militari a Israele. Subito dopo, i due hanno esposto uno striscione con la scritta “Palestina Libera”. La polizia è intervenuta dopo alcuni minuti, arrestando i responsabili.
Le dichiarazioni degli attivisti
Daniele, uno degli attivisti, ha spiegato: “La polizia dovrebbe arrestare chi ha aiutato a sterminare 45.000 civili palestinesi, non fermare noi”. Bruno ha aggiunto: “Leonardo è responsabile di un genocidio in Palestina. Noi italiani ripudiamo la guerra, ma stiamo finanziando un conflitto”.
Le accuse alla Leonardo Spa
Secondo una nota stampa della campagna “Palestina Libera”, l’azienda, partecipata al 30% dallo Stato italiano, avrebbe continuato a rifornire Israele con armamenti nonostante le violenze perpetuate a Gaza. “Solo nel primo semestre del 2024, le sedi di Leonardo nella provincia di Varese hanno inviato 9,2 milioni di euro in aeromobili e dispositivi a Israele”, si legge nel comunicato. Dal 7 ottobre 2023, almeno 24 milioni di euro in rifornimenti bellici sarebbero partiti dall’Italia verso Israele, contribuendo al conflitto.
Relazioni Italia-Israele e responsabilità istituzionali
Gli attivisti puntano il dito anche contro le relazioni istituzionali tra Italia e Israele, citando la vendita di 30 caccia M-346 prodotti da Leonardo, utilizzati per addestrare piloti israeliani impegnati nei bombardamenti su Gaza. “L’Italia, attraverso porti e aeroporti come Sigonella, fornisce supporto logistico al conflitto”, accusano. Inoltre, criticano il governo italiano, che autorizza l’esportazione di armi attraverso la legge 185/90.
Richieste della campagna
Gli attivisti chiedono l’immediato rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra, e lo stop ai rifornimenti di armi a Israele, in linea con le risoluzioni ONU. “Il governo italiano e Leonardo Spa sono direttamente responsabili di quanto accade a Gaza”, concludono.