
Roma, all’ex-scuola Palenco 200 occupanti abusivi
La scuola di via Palenco, oggi abitata da circa duecento persone, è diventata una delle principali emergenze sul tavolo della Prefettura. Un caso complesso, ritenuto dalle autorità «una piccola Curtatone», riferimento all’edificio di piazza Indipendenza sgomberato nel 2017, dove venne accertata la presenza di un vero e proprio racket. La preoccupazione nasce non solo per le tensioni interne all’occupazione e per il ruolo dei movimenti per l’abitare, ma anche per il rischio concreto di perdere i 4,3 milioni di euro del Pnrr destinati alla riqualificazione dell’immobile, che dovrebbe diventare un polo educativo “0-6 anni”. I lavori rischiano infatti di non partire in tempo utile.
L’edificio, nella zona di Ponte Mammolo, è stato occupato nel settembre 2024 da famiglie precedentemente allontanate dalla vicina Sibilla Aleramo. «La situazione è complessa e va gestita con la massima cautela», spiegano fonti istituzionali, ricordando che lo sgombero può avvenire solo dopo aver trovato soluzioni abitative per chi ne ha diritto, per evitare una nuova deflagrazione sociale. Di questo ha parlato anche il sindaco Roberto Gualtieri a La7, sottolineando: «Quando si sgombera, ci sono i criminali ma ci sono anche i fragili, che devono essere ricollocati prima».
La Prefettura ha già stilato una lista di 22 immobili prioritari da liberare, tra cui anche Spin Time e Casapound, all’interno di un quadro più ampio che conta 48 occupazioni attive in città. Negli ultimi tre anni sono stati sgomberati sette edifici, ma la pressione resta enorme, soprattutto dove ci sono fondi in scadenza o rischi per la sicurezza.
Parallelamente avanzano le indagini della Procura sul presunto racket degli alloggi gestito da alcuni leader dei movimenti. L’inchiesta, condotta dai carabinieri, è partita proprio dall’occupazione di via Palenco. Da varie testimonianze emerge che per dormire in un’aula dell’ex scuola sarebbe stato richiesto un pagamento di circa 50 euro a settimana. Gli inquirenti stanno verificando la presenza di figure che gestivano ingressi, spazi e prezzi, replicando uno schema già visto in precedenti occupazioni della Capitale.
Il nodo di via Palenco è quindi triplo: emergenza sociale, rischio di perdere fondi europei e sospetti di sfruttamento degli occupanti. Sullo sfondo resta la necessità di intervenire senza alimentare nuove tensioni, in una città dove ogni sgombero è un delicato equilibrio tra legalità, fragilità sociali e ordine pubblico.