
Roma, allarme dei Nas sui trattamenti estetici in ambulatori irregolari

L’ossessione per la bellezza ha preso una piega pericolosa. A denunciarlo sono i Carabinieri del Nas di Roma, che in oltre un anno di controlli – tra gennaio 2024 e marzo 2025 – hanno riscontrato irregolarità nel 40% degli ambulatori di medicina estetica ispezionati in tutta Italia. Un fenomeno in preoccupante ascesa, alimentato da una domanda crescente di trattamenti a base di filler e botox a prezzi stracciati, in particolare nelle grandi città.
Pacchetti con slogan accattivanti come “labbra alla Angelina Jolie”, “viso completo” o “ringiovanimento totale” spopolano online, spesso senza garanzie mediche, né sicurezza. Secondo la Società Italiana di Medicina Estetica, la continua ricerca della perfezione fisica sta sfociando in un vero e proprio “beauty burnout”, cioè un esaurimento da bellezza, causato dalla pressione dei social e da standard estetici irrealistici. Ma dietro a questa frenesia si nasconde un mercato abusivo e rischioso, fatto di finti medici, interventi a domicilio e prodotti importati illegalmente da Cina e Corea.
Tra i fenomeni più diffusi nella Capitale ci sono i trattamenti estetici a domicilio, spesso eseguiti in appartamenti privati, saloni di parrucchieri o B&B, senza alcuna attrezzatura d’emergenza. Una pratica totalmente illegale, che espone le clienti a gravi complicazioni. E se in alcuni casi i responsabili sono soggetti senza alcuna abilitazione, in altri a operare sono medici veri ma non formati in medicina estetica. L’Ordine dei Medici ha chiarito che un laureato abilitato può esercitare questa attività anche senza specializzazione, ma la mancanza di competenze specifiche comporta un alto rischio clinico.
Le consulenze, inoltre, avvengono sempre più spesso via chat o WhatsApp, senza alcuna visita preliminare. È quanto accaduto a Margaret Spada, 22 anni, deceduta a novembre 2024 dopo un intervento di rinoplastica parziale in una clinica privata. Il messaggio ricevuto il giorno prima dell’operazione – “Domani puoi mangiare e bere” – è diventato simbolo della superficialità di certi studi. Come lei, anche Simonetta Kalfus, 62 anni, è morta dopo una liposuzione. Due casi drammatici che hanno acceso i riflettori, ma che non hanno fermato il fenomeno.
In un mercato dove spiccano mode come le Russian Lips, spesso eseguite da false dottoresse provenienti dall’Est Europa, i Nas confermano che i controlli non bastano. Da gennaio 2025 a Roma sono state presentate solo 7 denunce per esercizio abusivo della professione, a fronte di centinaia di casi sospetti. Molte segnalazioni arrivano solo dopo gravi danni, spesso troppo tardi per agire. “Riceviamo denunce solo quando c’è un caso mediatico”, spiegano le forze dell’ordine. Ma i termini legali per perseguire il reato spesso risultano scaduti, rendendo il procedimento improcedibile.
Intanto, prosegue l’ingresso di farmaci non autorizzati, soprattutto via e-commerce o dogane compiacenti. La medicina estetica si conferma così una giungla normativa, dove l’assenza di regole chiare e la lentezza dei controlli permettono a ciarlatani e improvvisati di mettere a rischio la salute pubblica. E dove l’illusione della bellezza facile può trasformarsi in un incubo.