
Roma, 20enne africano seminudo semina il panico all’Esquilino: arrestato

Mattinata di tensione all’Esquilino, dove domenica un ragazzo africano di poco più di 20 anni, senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine, ha dato in escandescenze seminudo in strada, coperto solo con una t-shirt, aggredendo una pattuglia della polizia locale.
Erano circa le 10 quando gli agenti del I Gruppo della polizia locale stavano controllando un’auto parcheggiata in divieto di sosta in via Principe Amedeo. All’improvviso è comparso il giovane, vestito soltanto con una maglietta. Avvicinato con cautela da uno dei vigili, che gli aveva chiesto se avesse bisogno di aiuto, il ragazzo ha reagito con violenza: prima ha afferrato un tavolino di un ristorante lanciandolo contro la pattuglia, poi ha colpito con un pugno al volto uno degli agenti, provocandogli ferite giudicate guaribili in otto giorni. La scena, avvenuta sotto gli occhi increduli di turisti e passanti, ha generato momenti di caos. Solo l’arrivo dei rinforzi ha permesso di bloccare il giovane e condurlo nelle camere di sicurezza.
Rivestito con una tuta da imbianchino e una mascherina, fornite dagli agenti che sospettavano potesse essere affetto da scabbia, il ragazzo si è presentato ieri mattina davanti al giudice per la direttissima. È emerso che nelle ultime settimane era già stato fermato cinque volte nei pressi della stazione Termini, zona rossa della città, per episodi di molestie, urla e scatti d’ira, spesso legati all’abuso di alcol. In tutte le occasioni gli era stato imposto il divieto di dimora nell’area dello scalo ferroviario, ma stavolta il giudice, vista la gravità e la reiterazione delle condotte, ha disposto il trasferimento nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
L’episodio riaccende i riflettori sul degrado sociale e sicurezza nell’area di Termini e dintorni, dove si concentrano senza fissa dimora e situazioni di marginalità al limite tra disagio personale e criminalità. Nonostante i controlli costanti, le pattuglie si trovano spesso a fronteggiare episodi di violenza improvvisa, difficili da gestire con i mezzi a disposizione.
Il giovane, apparso confuso anche durante l’udienza, ha risposto alle domande su età e nazionalità ridendo, mostrando di non avere piena consapevolezza del processo in corso.