
Rimpatriati i tre tunisini colpevoli delle violenze sessuali al Concertone

Sono stati rimpatriati i tre tunisini, di età compresa tra i 22 e i 25 anni, accusati di violenza sessuale di gruppo durante il concerto del Primo Maggio a Roma. La misura è stata resa nota dal Viminale, che in una nota ha sottolineato come “la straordinaria professionalità degli operatori della polizia di Stato della questura di Roma e la collaborazione della vittima avevano consentito l’immediato arresto dei tre stranieri in mezzo di centinaia di migliaia di persone.”
Il ministero dell’Interno aveva richiesto l’espulsione, e le verifiche dell’ufficio immigrazione si sono attivate immediatamente. “Per i tre sono immediatamente scattate le verifiche dell’ufficio immigrazione, che ha proceduto ad annullare i percorsi di regolarizzazione,” precisa il Viminale.
I tre giovani, entrati in Italia con una richiesta di permesso di soggiorno per motivi di studio, sono stati al centro di un’istruttoria rapida. “L’istruttoria immediatamente avviata si è conclusa con l’emissione del provvedimento di trattenimento del questore presso il Cpr. A seguito della convalida del giudice, nel pomeriggio di oggi, sono stati espulsi con procedura immediata e rimpatriati,” è stato specificato.
Secondo la ricostruzione dei fatti, l’aggressione si è verificata in piazza San Giovanni. Una ragazza di 25 anni è stata accerchiata e palpeggiata da tre uomini – due 24enni e un 22enne di nazionalità tunisina – mentre attendeva in fila per accedere a un’area riservata del concerto. La giovane è riuscita a liberarsi, anche grazie all’intervento di un’amica, e ha immediatamente allertato gli agenti di polizia presenti sul posto.
I tre presunti aggressori sono stati rapidamente rintracciati e arrestati dagli agenti in borghese che si trovavano tra la folla. Inizialmente rilasciati con l’obbligo di firma, con l’accusa di violenza sessuale, per loro è ora scattata la misura del rimpatrio. In questo caso, la ferma risposta delle autorità ha portato ad un risultato concreto con l’allontanamento dei tre stranieri dal territorio nazionale, dando risposta così al sentimento diffuso di indignazione che si era sollevato dopo l’ennesimo caso di violenza ai danni di una donna.