
Riforma della giustizia, via libera al Senato con 106 voti favorevoli

Una giornata storica e infuocata quella vissuta al Senato con l’approvazione in seconda lettura della riforma costituzionale che sancisce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il provvedimento è passato con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, ma il clima politico è rimasto incandescente per l’intera giornata. Dai senatori Pd che hanno esposto il frontespizio della Costituzione capovolto, agli esponenti del Movimento 5 Stelle che hanno mostrato i volti di Falcone e Borsellino con la scritta “Non nel loro nome”, la tensione si è fatta sentire sia dentro che fuori dall’aula.
All’esterno di Palazzo Madama, i flash mob di Fratelli d’Italia hanno urlato “Nordio santo subito”, mentre nei corridoi è risuonato un inedito brindisi al Cavaliere, con il ministro Tajani che ha dichiarato: «Silvio Berlusconi ci guarda da lassù, è anche merito suo». La premier Giorgia Meloni ha festeggiato in un video ufficiale: «Ora avremo una giustizia più equa. È stata una giornata di risposte concrete e di impegni mantenuti».
Dall’altra parte, le accuse non si sono fatte attendere. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha tuonato: «Realizzato il sogno di Licio Gelli: mettere il guinzaglio ai magistrati», mentre Dario Franceschini, per la prima volta intervenuto in aula in questa legislatura, ha paragonato la riforma al “Papeetellum”, affermando: «Meloni come Salvini vuole i pieni poteri. Questa è una riforma autoritaria».
E se da un lato Italia Viva ha votato a favore, Pier Ferdinando Casini si è schierato contro, criticando il provvedimento come «inutile e pericoloso». A suo avviso, si rischia di creare un corpo autonomo di pm, «totalmente autoreferenziale e privo del diritto di eleggere i propri rappresentanti».
Ora il prossimo appuntamento decisivo sarà il referendum, previsto per la primavera del 2026, che potrebbe rappresentare una vera resa dei conti politica. Tra i dem serpeggia il timore: «Se perdiamo il referendum, sarà il preludio della sconfitta alle Politiche del 2027», mormora qualcuno. Ma Franceschini sprona alla mobilitazione: «Il popolo voterà per impedire l’autoritarismo».
Nel frattempo, il centrodestra festeggia con aperitivi e celebrazioni, tra cui il compleanno del presidente del Senato La Russa, di Gasparri e del segretario Toniato. Per Forza Italia è una giornata da ricordare, tanto che l’ex deputato Mario Pepe, oggi presidente della Covip, guarda verso il cielo e sussurra: «Presidente, abbiamo fatto quello che volevi tu».
Il referendum sarà una sfida tutta nuova. Il governo sembra sicuro della sua forza, ma il fronte dell’opposizione si prepara a una campagna referendaria combattiva. Come finirà? Per ora, la partita è solo all’inizio.